Riconoscimento agli autori di ‘Caffè amaro’ canzone simbolo della Verona Beat

Sono passati 55 anni da quando i Kings ne fecero una delle canzoni simbolo della Verona Beat. Oggi il brano ‘Caffè amaro’ entra di diritto nella storia della città, grazie al riconoscimento ufficiale da parte dell’Amministrazione. Un omaggio agli autori del testo, Pierpaolo Adda e Ennio Ottofaro, ma anche alla memoria di Renato Bernuzzi, in arte ‘Renato dei kings’, indimenticabile interprete di uno dei brani più cantati negli anni ’60.
A consegnare la targa di riconoscimento è stato il sindaco Federico Sboarina, insieme all’assessore al Decentramento Marco Padovani, cui va riconosciuta una grande sensibilità che va oltre le sue specifiche deleghe. Presenti gli autori Adda e Ottofaro, il cantante Luca Olivieri e Jo Zampieri, dal 2016 voce di Verona Beat.

Caffè Amaro non è, come quasi tutti i successi di quegli anni, una cover, ma un brano creato da due nostri concittadini e per di più con una sua struttura originale. Non la solita ripetizione di due strofe, ma un articolato sviluppo, senza ripetizioni, che ripercorre quasi in modo cinematografico il malinconico percorso del protagonista tra le strade della città e tra i ricordi. 

Una delle canzoni più belle prodotte dal beat italiano. Ed anche per questo i due autori hanno avuto giustamente il riconoscimento della città.

“Caffè Amaro entra nella storia veronese- ha detto il sindaco – .Un omaggio agli autori di questo brano ma anche a chi lo ha saputo interpretare in modo unico, i Kings e l’indimenticabile voce di Renato”.

Nel suo libro “Caffè amaro, quel certo sapore dei miei anni ’60” Pierpaolo Adda racconta come è nata questa bellissima canzone. Dopo aver concluso il pranzo con un caffè doppio, Adda racconta che se n’era tornato in albergo a cercare l’ispirazione.

Mi chiudo in camera,- scrive-  riprendo il giro di chitarra e comincio a ricantarmi il motivo. Ho ancora in bocca il sapore del caffè che mi ha servito Giovanni, e, pensando a come nascono e come finiscono tanti amori, mi torna in mente quel bar di Rimini dal quale avevo visto uscire Molly pochi mesi prima. Immagino così due ragazzi che ogni giorno si incontrano in città nel loro solito bar, per prendere insieme quel solito caffè che ormai è diventato il rito della loro giornata. Arriva l’estate. Lei parte per le vacanze, ma, dopo avergli spedito un paio di lettere, non si fa più sentire e scompare dalla sua vita. Lui, che non ha smesso di pensare a lei, torna da solo nel loro bar per un caffè che non sarà più il solito, che non avrà più lo stesso sapore di quello che bevevano insieme, il sapore dell’amore. Ora tutto è amaro. Ma sì … Caffè amaro, ecco il titolo buono, ecco la storia da raccontare!” 

“E’ bello ascoltare gli aneddoti raccontanti dagli autori, scoprire che un successo come Caffè Amaro è nato quasi per caso – ha aggiunto Padovani -. Un tuffo nel passato, anche se la canzone rimane sempre attuale”.

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