Risparmiare contro la crisi energetica può costare caro alla salute respiratoria. Senna, presidente degli allergologi, mette in guardia sulle stufe a pellet

Tra le risultanze del Congresso della Società Italiana di Allergologia che s’è tenuto a Verona nello scorso weekend c’è anche la messa in guardia dei medici specialisti sulle reazioni dell’albero respiratorio dall’utilizzo scorretto delle stufe. L’argomento è attuale più che mai, visto che a causa del caro-bollette saranno in molti quest’inverno a spegnere il riscaldamento coi termosifoni per utilizzare il vecchio sistema delle stufe. Stufe che oggi sono per lo più a pellet, e che se non usate correttamente possono danneggiare la salute, specie quando sono vecchie e quando bruciano prodotti non certificati. Anche perché è sempre connesso al loro utilizzo la tentazione di diminuire l’aerazione dei locali per non disperdere il calore. Il che può favorire la concentrazione di acari e allergeni.

“Se le stufe sono molto vecchie e i prodotti di scarto” del legno che vengono bruciati “non sono certificati, i fumi del pellet sono tra i peggiori inquinanti in circolazione”, spiega il presidente degli allergologi italiani, il veronese Gianenrico Senna.
“Le stufe a pellet, infatti, sono una fonte di combustione che da sola contribuisce alla emissione della metà delle polveri sottili derivanti dalla combustione domestica della biomassa legnosa”.
Per rispettare le vie respiratorie, Senna consiglia di “utilizzare impianti non troppo datati ed evitare prodotti di scarto non certificati, soprattutto cilindri in pellet superiori ai 7-8 millimetri ottenuti con troppa segatura e anche con troppi additivi e sostanze chimiche”. Bisogna stare anche attenti all’uso di candele e lumini vari perché i loro fumi possono risultate irritanti e nocivi per i bambini, per gli asmatici e per glia llergici.

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