Gli impianti di riscaldamento di Verona avrebbero potuto essere accesi già dal 22 ottobre. Invece perdurando temperature superiori alla media stagionale il sindaco ha ha firmato oggi il posticipo del  periodo di accensione al 2 novembre. In un periodo in cui gli eventi sfortunati si susseguono, un po’ di fortuna non guasta, specie se ci permette di risparmiare un po’ di soldi di bollette e anche un po’ di gas. Con la ritardata accensione di una settimana stabilita dal governo, più un’altra settimana con i termosifoni spenti grazie alla temperature piuttosto alte per la stagione, abbiamo già guadagnato due settimane. Speriamo che Qualcuno guardi in giù e ci regali un inverno particolarmente mite.

Il provvedimento tiene inoltre in considerazione l’esigenza di contenere le emissioni di inquinanti atmosferici, tra cui quelle legate all’utilizzo degli impianti termici.

Fanno eccezione gli ospedali e le strutture sanitarie, le case di riposo, gli ambulatori medici e gli edifici in cui si trovano persone fragili e con disabilità. Esclusi dal provvedimento anche asili nido e scuole dell’infanzia.

Com’è noto, c’è l’obbligo di mantenere la temperatura massima a 19 gradi in abitazioni e uffici e a 17 gradi all’interno degli edifici industriali e artigianali.

“Un’ordinanza che sarà revocata qualora le condizioni atmosferiche cambiassero e ci fosse più freddo – spiega l’assessore all’Ambiente Tommaso Ferrari -. Un provvedimento che va incontro all’esigenza di contenere il consumo di gas, in linea con la sensibilità dell’Amministrazione sui temi legati alla sostenibilità ambientale. Naturalmente il provvedimento non si applica ai luoghi in cui sono presenti persone fragili, malate o bambini piccoli, per i quali l’attenzione è sempre massima”.