(di Michele Bertucco) La vicenda dello sbancamento sopra Santa Maria in Stelle con un intervento molto invasivo e un ripristino ambientale che si fa attendere, rappresenta l’ennesimo esempio di quanto poca effettiva sia la tutela delle nostre colline, che pure sulla carta sono vincolante da tutti i punti di vista. Spesso queste operazioni sono rese possibili soltanto grazie alle carenze del sistema di tutela, si insinuano tra tra i limiti degli enti preposti a svolgere i necessari sopralluoghi e verifiche e sfruttano il principio del silenzio-assenso. Una Amministrazione che abbia a davvero a cuore il patrimonio naturalistico e paesaggistico avrebbe dovuto lavorare di più sulla collaborazione con la Sovrintendenza e con la forestale; sul regolamento edilizio e sull’allargamento e l’effettività del Parco delle Colline veronesi.

Non è possibile che tocchi sempre ai cittadini o ai consiglieri di opposizione evidenziare le criticità mentre le amministrazioni si svegliano sempre a situazione ormai compromessa. Di sbancamenti simili ne abbiamo visti parecchi negli ultimi anni: tutta la zona sopra a Montorio, Mizzole, Santa Maria in Stelle ha conosciuto ferite profondissime con vaste parti bosco e di olivi sradicati per far posto alla monocoltura del vigneto. Solo una visione di corto raggio a livello sia comunale che regionale ha potuto permettere queste ferite al territorio che poi viene ipocritamente decantato come il “bel paesaggio veneto“. Nel caso specifico ho effettuato l’accesso agli atti per verificare la regolarità dell’iter amministrativo seguito.