Verona è una delle province italiane dove il prezzo della benzina è più alto. Idem per il gasolio. E detiene questo non invidiabile primato anche nel Veneto, accompagnata da Belluno. 

La spiegazione sta nel fatto che la nostra provincia è attraversata da due autostrade, l’A4 Milano-Venezia e l’A2 del Brennero, dove i distributori di carburante hanno i prezzi più alti. Per la precisione nel territorio veronese sono sei, più che in altre province. Questi fanno alzare la media complessiva, per cui il prezzo risulta lievemente più alto che altrove. Ma se uno va al distributore vicino a casa, non sull’autostrada, i prezzi sono normali. Oddio, proprio normali no. Con l’aumento di questi giorni, conseguente al ripristino della accise deciso dal governo, il prezzo della benzina e del gasolio è davvero caro, al punto che molti degli automobilisti se la prendono con i gestori dei distributori e col governo. Ma i benzinai non c’entrano. Guadagnano solo tre centesimi al litro. Esattamente come prima degli aumenti che sono sì determinati dalla cancellazione del bonus carburanti, ma anche dalla speculazione delle case petrolifere. Proprio per questo il loro sindacato ha indetto uno sciopero nazionale per il 25 e il 26 gennaio: per dissociare le loro responsabilità sia dalla speculazione, sia dal governo .

Sono in corso trattative con l’esecutivo per scongiurare la chiusura dei distributori.

Giorgia Meloni, che ha deciso per il ripristino delle accise, di fronte alla mitragliata di critiche, non si è tirata indietro ed ha spiegato che trovandosi davanti alla scelta, se aumentare la benzina o  cancellare gli aiuti alle fasce più disagiate della popolazione, ha scelto la prima opzione per una questione etica. Intento encomiabile ma poco comprensibile per gli automobilisti che sono la categoria di gran lunga più numerosa in Italia.

Certo che in un momento come questo l’aumento dei carburanti è una spinta ulteriore all’inflazione che è già al galoppo. Cosa che alla fine, determinando altri aumenti e un minor potere d’acquisto dei salari, va a colpire quelle stesse fasce che il governo intende tutelare.