Verona non sarà capitale della cultura: è ovvio, Sboarina non è Cangrande

(di Giorgio Massignan, VeronaPolis) Purtroppo, è giunta la notizia che Verona è stata esclusa dalle città candidate per diventare la capitale della cultura in Italia. Eppure, la nostra città gode di un patrimonio storico architettonico tra i più prestigiosi. Il centro storico di Verona è nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO per la sua struttura urbana, per la sua architettura, per l’integrazione degli elementi artistici durante un periodo di oltre duemila anni e perché rappresenta la caratteristica città fortificata in diversi periodi, tipica della storia europea. 

Sarebbe stato sufficiente evidenziare e programmare una seria e corretta tutela e valorizzazione del patrimonio culturale avuto in eredità dai nostri avi, per ambire alla designazione di capitale della cultura; naturalmente collegato ed inserito nella realtà sociale contemporanea.

Non conosco cosa abbiano proposto i nostri amministratori alla commissione esaminante, ma probabilmente sarà stato un programma insufficiente. Del resto, le carenze culturali nelle scelte amministrative delle ultime amministrazioni, hanno deprezzato il reale valore culturale di Verona. Probabilmente, anzi, quasi certamente, l’eventuale elezione di Verona a capitale della cultura, non avrebbe modificato la politica della nostra Amministrazione, ma avrebbe potuto aiutare gli sforzi di coloro che, da anni, si stanno adoperando per la crescita culturale della città.

L’indifferenza dei nostri amministratori per la realizzazione di un grande museo a Castelvecchio, spostando il Circolo Ufficiali in una sede idonea, chiarisce molte cose. In questi ultimi anni si sono perse grandi ed interessanti opportunità per aumentare l’offerta culturale di Verona. La ZAI è stata riempita di centri commerciali, direzionali e ricettivi; ed alla Rotonda dei Magazzini Generali, si è persa l’occasione di realizzare un auditorium e nell’area circostante una cittadella della cultura, che avrebbe qualificato l’intera zona e fatto da cerniera con il centro storico. Invece, si sono costruiti altri uffici e nella Rotonda è stato destinato l’ennesimo centro commerciale.  L’Arsenale da anni è  vuota e inutilizzata; sfumata, fortunatamente, l’idea tosiana di destinarla ad attività commerciali, non è stata neppure utilizzata come centro museale, ideale per il museo di scienze naturali, e neppure per servizi al quartiere ed alla città; villa Pullè al Chievo sta crollando; il parco delle mura e della collina sono da anni solo sulla carta ed infine, non va scordato che Cultura significa apertura, dibattito, dialettica e tolleranza; non imposizioni e chiusure. Verona, fu  realmente la capitale della cultura a livello europeo, quando Cangrande I, con la sua splendida corte, offriva magnanima ospitalità ai più famosi artisti, letterati e uomini di scienza di quel periodo, oltre ad esponenti politici non ghibellini. Una città capitale della cultura, dovrebbe manifestare spirito di ospitalità, di accoglienza e di liberalismo laico; così come essere aperta alle idee ed ai pensieri di tutti e contrastare ogni assolutismo, totalitarismo e oscurantismo.

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