121.994 infortuni sul lavoro nei primi due mesi di quest’anno. Il 47,6% il più rispetto allo stesso periodo del 2021, dato viziato però dal fatto che allora eravamo in piena pandemia, con molte attività chiuse. Di quegli infortuni 114 ( +9,6%) sono stati mortali. Quasi una guerra. Sono dati comunicati dall’Inail. Come se non bastasse sono aumentate anche le malattie professionali: 8.080 (+3,6%). Rispetto allo stesso periodo del 2020 gli infortuni nel complesso sono aumentati del 26,4%. Secondo l’Inail questi dati “evidenziano a livello nazionale per il primo bimestre del 2022 un incremento rispetto al pari periodo del 2021 sia dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati dai 74.688 del 2021 ai 111.975 del 2022 (+49,9%), sia di quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, che hanno fatto registrare un aumento del 26,1%, da 7.946 a 10.019”. A febbraio 2022, poi, “il numero degli infortuni sul lavoro denunciati ha segnato un +46,9% nella gestione Industria e servizi (dai 70.565 casi del 2021 ai 103.661 del 2022), un +2,5% in Agricoltura (da 3.351 a 3.435) e un +70,9% nel Conto Stato (da 8.718 a 14.898)”. L’aumento più consistente degli infortuni sul lavoro s’è verificato nel Nord-Ovest (+65,4%), seguito da Sud (+55,5%), Isole (+53,3%), Centro (+44,3%) e Nord-Est (+28,6%). Tra le regioni con i maggiori aumenti percentuali si segnalano la Campania, la Liguria e la Valle d’Aosta”, si precisa. L’incremento ha interessato sia i lavoratori italiani (+50,8%), che quelli extracomunitari (+36,0%) e comunitari (+20,1%). Da notare che il Nord-Est, pur essendo l’area del paese con maggior attività produttiva, è quella che registra l’incremento più basso d’incidenti. Datoche va a merito dell’imprenditoria del Triveneto.