1920-1930: i due decenni anni che costruirono la grande Verona. In perfetto stile razionalista

(di Giorgio Massignan) Dell’urbanistica, dell’architettura e delle grandi opere del primo dopoguerra a Verona se ne parla poco; ma fu proprio in quegli anni, tra il 1920 e gran parte del 1930, che la città contemporanea mise le sue radici.   Il “piccone risanatore fascista“, in nome del decoro e della pulizia, sventrò e demolì interi isolati ritenuti vecchi, fatiscenti e non recuperabili, cancellando anni di cultura e di memoria storica. Ma, in quegli anni si costruirono anche edifici e grandi opere funzionali e ad uso produttivo.

Nel 1922 si inaugurò la nuova Stazione ferroviaria di Verona-Porta Nuova che, per importanza, sostituì quella di Porta Vescovo.   Nel 1923 venne inaugurata la Diga del Chievo. La sua funzione era ed è quella di immettere una maggiore quantità d’acqua dell’Adige nel canale Camuzzoni e aumentare in tal modo la produzione di energia elettrica.   Nel 1924 fu inaugurato il Museo Archeologico nell’ex convento di San Gerolamo, sopra il Teatro Romano.   Sempre nel 1924 si costituì l’ente autonomo Magazzini Generali e nel 1925, dopo avere acquistato l’area su cui sorgeva il forte austriaco Clam, si costruì un impianto di produzione del ghiaccio.   Nel 1931 venne inaugurata la più grande stazione frigorifera specializzata d’Europa.   Nel 1929, l’antico quartiere medievale di San Michele alla Porta, fu demolito assieme all’antica chiesa, per realizzare la strada che porta all’allora nuovo ponte della Vittoria (attuale via Diaz).   Sempre nel 1929, in fondo a Corso Porta Nuova, venne costruita la sede della Gioventù Italiana del Littorio (G.I.L.).  In quegli anni, sull’area dell’antico orto botanico degli Scaligeri, fu realizzato l’imponente Palazzo delle Poste, ricco di decorazioni interne ed esterne.

Negli anni ’30 si formò la “Grande Verona”. I Comuni di Avesa, Montorio, Quinzano, San Massimo, San Michele, Parona, Cadidavid, Quinto, San Giovanni Lupatoto e Santa Maria in Stelle, vennero inglobati nell’area metropolitana del capoluogo. La superficie urbana di Verona passò a 4.862,64 ettari e la popolazione a 153.923 abitanti.

Nel 1930, al posto del ghetto degli ebrei, che fu cancellato, tranne le case a torre prospicienti piazza Erbe, venne edificato il Superpalazzo in via Mazzini.   Nel 1933, in un’area di diecimila metri quadri, a ridosso delle mura magistrali, fu costruita la prima piscina-lido, alimentata dalle acque del canale Camuzzoni.   Nel 1934, venne innalzato il monumentale edificio in stile razionalista, il “Palazzo del Mutilato”.   Nei primi giorni del 1935, dopo un violento nubifragio,  si iniziò ad abbattere tutte le case sull’Adige tra il ponte Pietra e Porta San Giorgio, nonostante fossero in buone condizioni statiche, per costruire una scarpata inclinata di difesa dalle acque, da Parona al ponte Pietra. Nel 1937, in Corso Porta Nuova, fu realizzato il Palazzo dell’INA che, durante l’occupazione nazista, venne destinato a sede del servizio di sicurezza delle SS.  Nel dicembre del 1939, fu inaugurato il Villaggio Dall’Oca Bianca, in Borgo Milano, per dare un’abitazione ai senzatetto e a tutti coloro che vivevano nei bastioni, nelle rondelle e nelle casematte.    

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