Gli affreschi nelle ville venete. Il Seicento a cura di Giuseppe Pavanello e Vincenzo Mancini. È dedicato al Seicento il secondo dei quattro tomi della collana “Gli affreschi nelle ville venete”, nel quale sono raccolti i frutti della ricerca e della catalogazione scientifica curate dall’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Cini su incarico dall’Istituto Regionale per le Ville Venete.[//]
Nel corso del Seicento la “civiltà di villa” non mostra battute d’arresto e anzi progredisce lungo tutto il secolo il fenomeno di penetrazione del patriziato e della nobiltà cittadina nei territori della Serenissima. Non senza importanza è l’affacciarsi alla ribalta della scena sociale e politica di nuove famiglie mercantili che, con il titolo nobiliare, acquisiscono anche i costumi del rango e l’ambizione autopromozionale tramite residenze suntuose a Venezia e in campagna. Si costruisce ex novo e soprattutto si amplia e si ristruttura il vecchio secondo criteri estetici in evoluzione. Dappertutto compaiono nuovi cicli decorativi. Nei primi tre decenni del secolo la resistente tradizione tardocinquecentesca di matrice veronesiana detta ancora legge, ma verso la metà del secolo i germi del rinnovamento artistico in atto nella capitale trovano eco anche nella Terraferma: dal classicismo della scuola di Padovanino a quello di origine bolognese, sino all’affermarsi della sensibilità barocca che gioca metaforicamente tra vero e falso, tra apparire e essere. Sulle pareti delle ville tutto diventa illusione e inganno visivo di forme e materie. E’ il trionfo della quadratura che finge una seconda architettura a trasformare e sovvertire quella reale, un genere per la prima volta studiato e catalogato sistematicamente in ambito Veneto.
Giuseppe Pavanello direttore dell’Istituto di Storia dell’arte della Fondazione Giorgio Cini di Venezia e socio dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, presso il quale organizza le «Settimane di Storia dell’arte veneta», promosse in collaborazione con l’École du Louvre di Parigi cura, con Francesco Valcanover, la collana «Studi di Arte Veneta». Fa parte del Comitato per l’Edizione Nazionale delle Opere di Antonio Canova, dell’Istituto di ricerca su Canova.
Vincenzo Mancini , laureatosi e specializzatosi nell’Università degli Studi di Padova in Storia dell’Arte Moderna, ha insegnato presso quell’Ateneo e presso l’Università di Udine. I suoi interessi scientifici si sono orientati inizialmente allo studio della pittura veneta del Cinquecento, e in particolare su alcune figure di artisti meno considerate dalla critica operanti a Venezia e a Padova, cui ha dedicato diversi saggi. E’ autore di testi monografici su Lambert Sustris (1993) e Polidoro da Lanciano (2001). Nel 1988 è stato tra i curatori di un volume sul convento di San Salvador vincitore nel 1989 del premio nazionale “Galileo Galilei”. Da tempo ha incominciato a interessarsi della cosiddetta “civiltà delle ville venete”, producendo studi sugli aspetti artistici in alcuni insediamenti residenziali sconosciti o poco valorizzati. Da alcuni anni i suoi interessi si sono estesi allo studio del collezionismo al tempo della Serenissima, della pittura del Seicento e della grafica. Dal 2005 collabora con la Fondazione Giorgio Cini , dove segue la catalogazione scientifica delle raccolte di grafica e partecipa alla cura degli eventi culturali più importanti, tra i quali il progetto di catalogazione degli affreschi nelle ville venete.
Gli affreschi nelle ville venete. Il Seicento a cura di Giuseppe Pavanello e Vincenzo Mancini Marsilio Editori, Venezia, 2009