Roberto Ciambetti (Lega), presidente del Consiglio Regionale del Veneto: nessuna ripercussione dei risultati elettorali sugli equilibri regionali “visti i risultati usciti dalle elezioni solo due anni fa. Mette così le mani avanti l’esponente leghista circa l’eventualità che Fratelli d’Italia, alla luce del clamoroso risultato elettorale, possa chiedere un riequilibrio delle posizioni a livello regionale. Da parte del partito della Meloni non è stata avanzata né ventilata nessuna richiesta. Dal risultato sono passate solo 24 ore! Ma il fatto che in Veneto, una delle roccaforti leghiste, FdI abbia preso il doppio dei voti della Lega è clamoroso, non fa parte della normale routine elettorale, ma dell’eccezionalità. E, proprio in forza di questa eccezionalità, non sarebbe così strano che “i fratelli” rispondessero a Ciambetti che se è vero che gli attuali equilibri regionali si fondano sui rapporti di forza delle lezioni di due anni fa, è anche vero che il 25 settembre c’è stato un tale stravolgimento che è impossibile non tenerne conto nel governo regionale.
Certo, da un punto di vista esclusivamente di legalità istituzionale e di rispetto della forma il ragionamento di Ciambetti non fa una piega. Un conto sono le politiche e un altro le regionali. Ma, si sa, in politica 2+2 non fa mai 4 e la realpolitik, ovvero l’opportunità politica, molte volte impone degli aggiustamenti che se non sono dovuti da un punto di vista esclusivamente matematico lo sono da quello politico.
In regione FdI ha un solo assessorato, quello di Elena Donazzan, all’Istruzione e a Lavoro. In realtà, è risaputo, il partito della Meloni a Venezia non conta niente e meno ancora nel potere regionale sul territorio. Situazione che se fino ieri era accettata tranquillamente, anche per la forza politica di Luca Zaia, adesso potrebbe essere messa in discussione. Non ci sarebbe niente di strano. L’importante è che tutto accada, sia per gli uni che per gli altri, nell’interesse della coalizione e dell’armonia delle sue componenti.