Senzatetto, violenza e degrado sul Liston. L’assessora alla sicurezza Stefania Zivelonghi e l’assessora alle politiche sociali Luisa Ceni hanno risposto alle sollecitazioni dei cittadini questa mattina con una conferenza stampa.
L’assessora Zivelonghi ha aperto la conferenza stampa mostrando alcuni fogli: una ricerca sulla stampa di articoli a partire dal 2014 nei quali si scrive a proposito dei problemi di sicurezza che persistono tutt’ora nel cuore di Verona. “Questo per dire che il tema non è nuovo nella nostra città, ha riguardato l’amministrazione precedente come quella attuale. Da qualche giorno abbiamo stabilito di effettuare in quelle vie un presidio massiccio della polizia, identificando 572 persone e 1899 veicoli sequestrando i proventi dell’accattonaggio. Ma l’efficacia è proporzionale anche agli strumenti di cui disponiamo e mi riferisco alla norma del decreto Minniti che prevede l’utilizzo di ordini di allontanamento e di daspo urbano”.
Secondo l’assessora, la soluzione non è semplice e tantomeno immediata e necessita di un lavoro su vari livelli. Tra le soluzioni, infatti, il riconoscimento di Verona come città metropolitana. “Da tempo lamentiamo la scarsità delle risorse di cui disponiamo, – ha proseguito Zivelonghi – per questo faccio un appello direttamente a chi stabilisce le norme, in particolare ai parlamentari veronesi perché si uniscano all’amministrazione nel dare risposte ai cittadini e per fare si che Verona sia riconosciuta come città metropolitana e che quindi abbia la possibilità di incrementare le forze della polizia locale. Perché non stiamo parlando di sicurezza di ordine pubblico, ma di degrado e questo compete all’amministrazione che sta mettendo in campo tutti gli strumenti di cui dispone”.
Dal punto di vista delle politiche sociali, invece, Luisa Ceni ha sottolineato che “Verona è la città con maggiori posti emergenziali e infatti abbiamo una spesa notevole. È stato anche varato 15 giorni fa il pronto intervento sociale, un servizio che viene attivato in caso di emergenze sociali come dopo il rogo a San Bonifacio. Si tratta di un numero che risponde alle forze dell’ordine 24 ore su 24 e che sarà in sperimentazione per i prossimi sei mesi”.
L’assessora ha poi proseguito parlando del centro servizi Camploi: “Sono state definite le procedure di affidamento al Camploi, che va al di là del dormitorio puro e semplice, è un dispositivo centralizzato di implementazione della rete di servizi locali per le gravi marginalità. Ci auguriamo di essere operativi per l’inverno. Nel centro saranno disponibili servizi per agevolare le persone in difficoltà. Inoltre, di notte circola l’unità di strada che cerca sempre l’aggancio ma bisogna tenere conto che le persone finché non delinquono sono libere di scegliere. Se l’aggancio viene rifiutato non possiamo imporlo a nessuno”.
Zivelonghi ha poi ricordato che il comune di Verona, insieme a quelli di Bosco Chiesanuova e Fumane, sono gli unici ad offrire un intervento di seconda accoglienza per i migranti che dopo il passaggio ai CAS (centri di accoglienza straordinaria) sono accolti in secondo passaggio dal SAI (sistema accoglienza integrazione). “Ma i numeri sono in aumento e serve un maggiore coordinamento. La normativa ci deve aiutare”, ha concluso.