(di Bulldog) In queste ore, a Barcellona, si sta consumando un momento drammatico: Carles Puigdemont, (nella foto ABC) ex presidente indipendentista della Generalitat e leader di Junts per Catalunya, scappato in esilio per il mancato tentativo di secessione nel 2017, è tornato in Spagna (nonostante il mandato i cattura che ancora pende sulla sua testa sebbene vi sia una legge di amnistia promulgata dal governo socialista di Madrid) per partecipare, a modo suo, alla cerimonia di investitura del nuovo parlamento regionale.
Puigdemont – lo ricorderete – realizzò un referendum sull’indipendenza della Catalogna in sfregio alle leggi nazionali e dopo una lunghissima campagna anti-spagnola realizzata coi fondi pubblici, impedendo l’uso del castigliano nelle scuole e punendo finanziariamente i mezzi di informazione che non utilizzavano (e non utilizzano) il catalano.
Puigdemont è arrivato dalla Francia, ha tenuto un comizio ed è scappato di nuovo via. Lo stanno cercando e nel frattempo stanno arrestando i suoi fiancheggiatori compresi i proprietari dell’auto con la quale l’ex presidente è entrato in Spagna. Poco male e, soprattutto, affari interni della Spagna. Perchè ne parliamo?
Perchè il caos catalano è quanto succederà in Italia se verrà fatta fallire l’autonomia differenziata che è una riforma all’acqua di rose, ma che consente alle Regioni italiane interessate di occuparsi di più della vita dei propri concittadini. Una riforma approvata da un governo di destra a trazione centralista, sulla base di una modifica costituzionale avviata da un governo di sinistra, che non costa una lira e che non toglie diritti ad alcuno.
A Madrid – monarchia “federale” dal 1975 – la sinistra ha garantito agli indipendentisti catalani amnistia per i reati commessi nello svolgimento del referendum del 2017 e una nuova iniezione finanziaria prelevando dalla fiscalità generale (ovvero quella pagata da tutti i cittadini). Puigdemont ha detto oggi: «Ni es ni será nunca un delito hacer un referéndum, ni obedecer al mandato del Parlamento de Cataluña» ovvero non è e non sarà mai un delitto fare un referendim né obbedire ad un mandato del Parlamento catalano (ossia regionale). Ha buone probabilità di sfangarla e di creare così un precedente a livello europeo.
Ecco, quanti difendono gli autonomisti in Spagna e fanno i centralisti in Italia – ovvero tutta la sinistra italiana dalla CGIL a Matteo Renzi – farebbero bene a ricordare queste parole. Perchè se mai passasse l’ennesimo referendum blocca-Italia il passaggio successivo sarà un referendum sull’auto-determinazione dei popoli italiani, a partire da quello veneto che ha avuto per mille anni una sua Repubblica indipendente, sovrana e pure serenissima. E allora che farete? manderete di nuovo l’esercito come nel Sud a fine Ottocento?