Soltanto la Spagna fa meglio del Veneto nell’economia europea: gli ultimi dati del Bollettino statistico regionale registrano un andamento espansivo per la nostra regione che in Europa vede soltanto Madrid crescere di più. Il Veneto a fine anno crescerà dell’1,1% più dell’Italia – che chiuderà attorno all’1% -, più dell’intera area euro (0.8%), più della Germania (0.1%), più della Francia (0.7%). Se da un lato il dato può risultare brillante racchiude in sé un potenziale pericolo: le nostre principali economie di destinazione non sembrano essere uscite da una fase riflessiva che si prolunga da troppo tempo.

Germania e Francia che crescono poco costringono le nostre imprese a cercare nuovi sbocchi commerciali e come evidenzia la grafica qui sotto questa diversificazione è in atto anche se in mercati dai volumi complessivi più contenuti. Ma è una strada obbligata per uscire dalla “dipendenza” Germania che è stata e resta mercato di sbocco fondamentale, ma che non sembra più capace di essere la locomotiva d’Europa.

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Per il Veneto è stimata una crescita del PIL pari a +0,9% nel 2023 e +1,1% nel 2024. Per i consumi delle famiglie e per gli investimenti fissi lordi in Veneto è stimata una crescita, rispettivamente, dell’1,3% e del 4,5% nel 2023. Nel 2024 si stima che i consumi delle famiglie venete cresceranno dello 0,7% e gli investimenti fissi lordi del 2,1%.  Per il 2025 Prometeia prevede una crescita dello 0,9% per l’economia nazionale e dell’1,1% per quella veneta.

I dati provvisori sull’interscambio commerciale relativi al primo trimestre del 2024  evidenziano una sensibile contrazione del valore degli scambi commerciali verso l’estero realizzati dalle imprese presenti in Veneto: l’export veneto registra un calo del 5,1%, pari a una contrazione di 1,1 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo del 2023.

 Le tensioni geopolitiche che stanno caratterizzando i nuovi scenari internazionali sembrano aver provocato in Veneto un impatto negativo maggiore rispetto ad altri territori (-2,8% il dato medio nazionale).

 Tale performance è sintesi di dinamiche negative in quasi tutti i settori, con l’eccezione per le vendite estere del comparto orafo (+16,3% rispetto allo stesso trimestre del 2023), delle produzioni agroalimentari (+1,7%) e del settore dell’ottica e delle apparecchiature medicali (+1,9%).

 Quanto ai mercati di destinazione, si segnala il forte calo del fatturato estero in tutti i principali mercati di sbocco (-11,3% in Germania, pari a -346 milioni di euro rispetto ai primi 3 mesi del 2023, -3,7% verso la Francia e -6,6% verso gli USA), con le eccezioni per l’export diretto verso il Belgio, la Turchia e gli Emirati Arabi Uniti.

PIL, il turismo si avvia ad un nuovo record

TURISMO FLUSSI 2024

A far da traino c’è sempre la risorsa “turismo” che vede il Veneto prima destinazione in Italia. Dopo un 2023 che ha battuto ogni record storico del turismo, si evidenzia come le presenze dei primi cinque mesi del 2024 siano ancor più elevate rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, in tutti i comprensori turistici. In particolare, Maggio 2024, favorito dal bel tempo e da numerosi eventi, tra cui l’Adunata degli Alpini a Vicenza e il passaggio del Giro d’Italia per le Colline del Prosecco con tappe a Padova e Bassano del Grappa, ottiene risultati più che soddisfacenti sia in termini di turisti pernottanti (+15,7% di arrivi rispetto a maggio 2023), che di pernottamenti totalizzati (+20,5% di presenze).

 Nel periodo gennaio-maggio 2024, se gli italiani sono in leggero calo, gli stranieri stanno apprezzando sempre più le nostre destinazioni. Si evidenziano, in particolare, flussi in forte crescita di tedeschi, che scelgono di trascorrere le festività di Pentecoste e Corpus Domini (cadute quest’anno in pieno maggio) specialmente nelle località lacuali e balneari. Nelle città d’arte è fondamentale il sempre maggior numero di turisti americani e il ritorno dei cinesi (nonostante se ne contino ancora solo la metà rispetto allo stesso periodo pre-pandemico).

Infine, l’inflazione. Il surriscaldamento dei prezzi, iniziato nel 2021 e cresciuto rapidamente nel 2022 sia nel mondo che in Italia, si sta attenuando. Il picco raggiunto nel 2022 lascia il posto nel 2023 ad un tasso di inflazione complessivo del 5,7% in Italia e del 5,5% in Veneto.
A giugno 2024 l’inflazione in Veneto si mantiene sullo stesso livello dei due mesi precedenti (+1,3%). La stabilità dell’inflazione sottende andamenti contrapposti di diversi aggregati di spesa: principalmente risultano in rallentamento i prezzi dei beni alimentari non lavorati, per contro, si attenua la flessione dei prezzi dei beni energetici.