(di Federico Dal Cortivo) La sentenza del Giudice del lavoro del Tribunale di Verona che ha riconosciuto la causa di servizio per l’ufficiale veronese degli Alpini colpito da leucemia mieloide cronica dopo aver partecipato alla guerra nei Balcani, riapre una questione sottaciuta per anni: quella dei danni provocati dalle armi con Uranio Impoverito (UI). Danni gravissimi alla salute di molto militari italiani, alcuni dei quali hanno anche perso la vita. Si calcola che possano essere alcune migliaia i malati e circa 400 i morti. Vale allora la pena saperne qualcosa di più.

Uranio Impoverito. Impressionanti i danni alla salute


L’Uranio Impoverito viene largamente utilizzato in campo militare nel munizionamento anticarro e nella costruzione di corazzature per l’elevata durezza.  Dopo essere stato trattato e legato con Molibdeno o Titanio, temperato a 850° e mantenuto a 450° per circa 5 ore, l’UI diventa duro come l’acciaio temperato, ma  grazie alla sua elevata densità diviene efficacissimo nei proietti anticarro, superiore a quelli in Tungsteno, si incendia spontaneamente, costa poco ed è disponibile in grandi quantità. Le munizioni che lo utilizzano sono denominate API (Armor Piercing Incendiary Ammunitions). 

Uranio Impoverito. Impressionanti i danni alla salute

Deriva dallo scarto delle centrali nucleari e delle industrie di armi atomiche. Trova motivo del suo impiego in piena Guerra Fredda, quando i sovietici stavano mettendo a punto nuove corazze spaziate per i mezzi corazzati che non potevano essere perforate dai normali proiettili al carburo di tungsteno. Così l’industria bellica Usa scoprì che l’UI poteva essere il materiale più adatto per perforare i mezzi avversari. 

Nell’impatto sul bersaglio il proiettile all’Uranio Impoverito si polverizza producendo fra l’altro ossidi di uranio e nanoparticelle di metalli pesanti a elevata tossicità chimica. E’ presumibile anche che nello stesso momento si producano radiazioni ionizzanti. A causa dell’elevata autocombustione (pirofilia) nell’impatto su una superficie metallica il metallo “sublima” in particelle microscopiche di metalli pesanti.

Qualcosa di analogo avviene quando proiettili al DU sono distrutti nelle operazioni di bonifica del territorio. Inoltre, se un proiettile rimane sul suolo o si frantuma nell’urtare il terreno può spandere frammenti di varie dimensioni, radioattive, sicuramente di bassissima intensità, ma che a contatto delle falde acquifere o ingerite da animali potrebbero entrare nella catena alimentare.

Uranio Impoverito. Impressionanti i danni alla salute

Le guerre nelle quali è stato usato UI

Le munizioni con Uranio Impoverito possono essere considerate un’arma distruttiva di massa. Hanno fatto la loro comparsa nei teatri operativi bellici a partire dalla 1ª Guerra del Golfo (1990-91) e poi in Somalia (1992-93), nei Balcani in Bosnia e in Serbia (1995-99), in Afghanistan, nella 2ª Guerra del Golfo contro l’Iraq, in Libano e Gaza (2008-09) e in Libia.

La Science Applications International Corporation, lo ha dichiarato 25 volte più tossico del Tungsteno se insolubile e 20 se solubile. Il che impone quindi “la decontaminazione del campo di battaglia”.

L’Uranio Impoverito emette particelle Alfa che agiscono a breve distanza, ma se entrano nell’organismo sotto forma di polvere o di schegge, divengono pericolosissime. Si depositano negli organi. Le patologie renali sono state le più frequenti tra i militari che hanno fatto la guerra del Golfo.
Entrano poi nell’organismo attraverso ferite, possono provocare altre gravi malattie anche dopo decenni, colpendo fegato,polmoni, ossa e causano leucemie e sterilità

Uranio Impoverito. Impressionanti i danni alla salute

Il pressapochismo con cui furono fatti operare i soldati italiani durante le missioni militari all’estero è evidenziato nel libro “ L’Italia chiamò”, sulla guerra nei Balcani che, tra l’altro, parla dell’operazioneVulcano”. Nel 1996 in Kosovo, soldati italiani seppelliscono e fanno esplodere in una grande buca armi e munizioni non utilizzate lasciate dalle forze Nato.

Nessuno indossa protezioni e così i militari finiscono per respirare il pulviscolo tossico proveniente dalle armi contenenti Uranio Impoverito che si sprigiona dal brillamento. Dopo pochi anni dei 14 uomini che formano la squadra addetta all’operazione, 8 si ammalano, 2 muoiono di cancro e altri 2 generano figli deformi. Perché gli alti comandi non hanno informato meglio i soldati per evitare pericoli?

Il caso del caporalmaggiore Salvatore Vacca, morto di leucemia dopo aver operato in Bosnia, è emblematico. Il militare cominciò ad avere i sintomi della malattia quand’era ancora nei Balcani, dove rimase dal novembre 1998 all’aprile del 1999. Al termine della missione fu ricoverato all’ospedale militare di Cagliari, dove il soldato chiese ad un capitano medico se per caso non fossero state le radiazioni a procuragli i disturbi di cui soffriva… Dopo vari ricoveri le sue condizioni peggioravano.

Dopo una prima diagnosi sbagliata di “ipertiroidismo” la situazione precipita. Un medico chiede ai familiari se il giovane avesse toccato quand’era in Bosnia una sostanza chimica o qualcosa del genere… Il 18 agosto gli fu diagnosticata la leucemia, ma morì 3 settimane dopo. Nessuna risposta certa venne data alla famiglia sulle cause che avevano provocato la sua morte.  

Uranio Impoverito. Impressionanti i danni alla salute

Uranio impoverito. I danni in letteratura

Per quanto riguarda la tossicità dell’Uranio Impoverito e di altri metalli pesanti Antonietta Gatti riconosciuta tra i 32 più accreditati scienziati al mondo nell’ambito delle nano-tossicologia, già responsabile del laboratorio dei biomateriali presso il dipartimento di neuroscienze dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, che è ai vertici europei in tema di ricerca sulle nano-particelle o nano-polveri, dichiarò che “Se inalate o ingerite anche mangiando alimenti contaminati, le nano-polveri prodotte dalla guerra e dai poligoni militari di tiro, passano nel sangue e nello sperma.” 

In Puglia, per il fatto di essere di fronte ai Balcani vi fu un aumento dei casi di leucemie proprio in concomitanza della guerra.

Il prof. Slobodan Cikaric, Presidente dell’Unione Serba per la Lotta contro il cancro, a proposito della guerra della Nato contro la Serbia del 1999 afferma: “Il numero di ammalati di tumore maligno nella Serbia è aumentato di circa 4 volte e mezzo rispetto all’inizio del secolo, basti pensare che solo nel 2005 sono morti 10 mila serbi. Nello stesso anno sono stati registrati circa 31.500 nuovo casi di malati di cancro e tale numero sta ancora crescendo”. “Il numero dei cancri all’utero è aumentato del 18% e l’età degli ammalati si abbassa con il trascorrere del tempo ed è sempre più alta la percentuale di donne di 30 anni ammalate, con una probabilità di sopravvivenza del 50%.”

Uranio Impoverito. Impressionanti i danni alla salute

In Sardegna al centro delle aree addestrative Nato, racconta Angelo Ledda nel suo libro ‘Servitù Militari in Sardegna. Il caso Teulada’, il procuratore di Lanusei ordina al fisico nucleare dell’Università di Brescia e del Cern di Ginevra, Evandro Lodi Rizzini, di riesumare diciotto cadaveri di altrettanti allevatori deceduti per leucemie e linfomi che avevano i pascoli nei terreni del poligono di Quirra – Perdasdefogu (30 marzo 2011). Due mesi dopo mette gran parte del poligono sotto sequestro.

A novembre dello stesso anno la prima parte dell’indagine si conclude con l’accusa di disastro ambientale doloso nei confronti dei generali che avevano comandato il poligono di Perdasdefogu – Quirra dal 2004 al 2008, e di due chimici per aver falsificato parte dei controlli ambientali nel poligono. Gli esami, marzo 2012, riveleranno la presenza di Torio radioattivo in misura superiore alla norma nelle salme dei 18 pastori”.