150 mila le aziende a rischio infiltrazione mafiosa. 40 miliardi l’anno, pari a 2 punti del Pil, il volume d’affari delle mafie italiane con un ‘fatturato’ al 4° posto dopo Eni (93,7miliardi), Enel (92,9 miliardi e Gestore dei Servizi Energetici (55,1 miliardi). Dato sottostimato, data la difficoltà di misurare le attività illegali e senza contare i proventi delle mafie straniere che operano in Italia.

Il business delle mafie oltre al narcotraffico e al traffico d’armi, è presente nello smaltimento illegale dei rifiuti, negli appalti pubblici, nelle scommesse clandestine, nel gioco d’azzardo, nell’usura, nel contrabbando di sigarette e nella prostituzione. 

Lo segnala la CGIA di Mestre che ha potuto risalire al numero delle aziende continue alla criminalità organizzata studiando i dati dell’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) della Banca d’Italia  che, per legge, riceve ogni anno dagli intermediari finanziari centinaia di migliaia di segnalazioni di operazioni finanziarie sospette. Queste segnalazioni, incrociate con le informazioni  della Direzione Nazionale Antimafia e dall’Autorità giudiziaria, hanno portato a stimare in 150 mila le aziende a rischio di infiltrazione mafiosa.

La mafia dei colletti bianchi si mangia le aziende in difficoltà

A Napoli sarebbero 18.500; a Roma 16.700; a Milano 15.650; a Caserta 5.873; a Brescia 4.043; a Palermo 4.016; a Salerno 3.862; a Bari 3.358; a Catania con 3.291.

In questa poco invidiabile classifica Verona si trova al 23°posto con 1.391 aziende su un totale di 83.789. Nel Veneto stanno peggio di noi Padova, con 2,355 aziende e Venezia con 1,854. Nella nostra provincia nel 2023 ci sono state 148 denunce per estorsione che è diventato uno dei reati che registrano l’aumento più alto di denunce: negli ultimi dieci anni +66,2%. A fronte di un calo del 19% di tutte le denunce. 

Le estorsioni si stanno diffondendo in particolare al Nord, senza più minacce esplicite o violenza, ma imponendo l’assunzione di personale o fornendo altre tipologie di servizi o forniture. Oppure, proponendo alle imprese fatturazioni false.

Nel Nordest in 10 anni le denunce sono quasi quintuplicate a Bolzano, Belluno e Verbano-Cusio-Ossola.