Le campagne veronesi fanno i conti con le conseguenze del maltempo che, negli ultimi giorni, ha colpito con particolare intensità la provincia. A destare maggiore preoccupazione sono le forti raffiche di vento, capaci di compromettere le strutture agricole e mettere a rischio interi raccolti, in particolare nel comparto ortofrutticolo e vitivinicolo.

«Stiamo monitorando con attenzione l’evolversi della situazione – afferma Michele Marani, direttore di Condifesa Verona CODIVE –. Le condizioni meteorologiche avverse, soprattutto il vento, rappresentano una seria minaccia per le coltivazioni, ma sarà solo nei prossimi giorni che potremo stimare con precisione l’entità dei danni».

In un contesto climatico così incerto, giunge però una notizia positiva per il mondo agricolo veronese: Agea, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, ha dato il via libera ai pagamenti dei contributi per l’anno 2024, destinando complessivamente 8,4 milioni di euro ai soci CODIVE.

Il presidente di CODIVE, Davide Ronca, sottolinea l’importanza di questo passaggio, che avviene in un anno caratterizzato da importanti novità sul fronte della gestione del rischio. «Il 2024 ha segnato un punto di svolta – spiega –. Con l’uscita di scena del Piano Assicurativo Individuale (PAI), sostituito dal nuovo Piano di Gestione Individuale del Rischio (PGIR), il sistema si sta rinnovando, puntando a una maggiore semplicità ed efficienza. Il fatto che i primi contributi siano stati erogati è un segnale incoraggiante: dimostra che il nuovo modello è operativo e che, a mano a mano che verranno completate le singole pratiche, gli agricoltori riceveranno i fondi spettanti».

Ronca esprime piena soddisfazione per l’avvio dei pagamenti e invita le aziende agricole a non rimandare le decisioni in materia assicurativa. «È un momento decisivo – evidenzia –. I contributi arrivano proprio mentre gli imprenditori agricoli sono chiamati a proteggere il reddito aziendale attraverso la sottoscrizione delle polizze assicurative. Mi auguro che questo sostegno economico serva a superare le incertezze legate ai ritardi degli anni scorsi e favorisca una più ampia adesione alle coperture per il 2025».

Un ultimo richiamo riguarda le scadenze imminenti: entro il 30 aprile sarà infatti necessario assicurare le colture permanenti, come frutta e uva. «Chi lavora la terra sa quanto sia fragile il raccolto – conclude Ronca –. Pochi minuti di maltempo possono vanificare un intero anno di lavoro».