(di Angelo Paratico) La libreria Catullo di Verona (oggi Libraccio) in via Roma, era conosciuta in tutta Italia per i bei libri che vi si trovavano e soprattutto per la “Marisona”, la libraia che sedeva dietro al banco, un vero calcolatore elettronico vivente.
Marisa Benini, assieme al suo compagno, Bruno Ghelfi, ricordava titoli e personaggi senza mai sbagliare un colpo. A me ricordava Molly, una donna che per cinquant’anni fu la memoria storica del MI6, i servizi segreti inglesi e che sapeva riconoscere migliaia di spie sovietiche dietro ai camuffamenti. Il punto dirimente per lei era la forma degli orecchi. Marisa resta facile alla battuta colta e alla confidenza e ti faceva subito sentire a tuo agio. Reduce da una pesante caduta da una scala nel suo negozio e dalla perdita di Bruno – che seguiva soprattutto le mostre di quadri che organizzavano nel loro scantinato – anni fa decise di cedere l’attività.

Marisa ha 94 anni ed è lucida e attiva
Lo scorso gennaio ha compiuto 94 anni, ma è ancora lucida e attiva come negli anni della sua gioventù. Grazie alle cure amorevoli della nipote, Gabriella Lancellotti, sta ancora bene, salvo un problema alla gamba e legge libri senza sosta e dai giornali che passa ritaglia sempre gli articoli che pensa siano di interesse per qualcuno e li ripone in varie scatole di cartone. Oggi vive in una casa di riposo, dove si trova molto bene ma in lei i ricordi sgorgano sempre spontaneamente, come da una fonte carsica.
Mi racconta che prestò un manoscritto di Albertini, il vecchio direttore del Corriere della Sera, a un suo cliente abituale, l’ex Primo ministro Giovanni Spadolini, che pure era un loro affezionato cliente in via Roma ma non glielo restituì più, nonostante lo avesse pregato di riportarglielo. Mai fidarsi della parola di un bibliofilo…
Nella sua libreria sono passati molti grandi della letteratura italiana e li ricorda: Elio Vittorini, Salvatore Quasimodo, Giovanni Comisso, Alfonso Gatto, Paolo Volponi, Carlo Cassola, Indro Montanelli, Piero Chiara, Giuseppe Berto, Giorgio Saviane, Alberto Bevilacqua, Roberto Gervaso, Jean Pierre Jouvet, Mario Pomilio, Aldo Busi, Lionello Fiumi, Silvio Pozzani, Arnaldo Ederle e tanti altri. Non si contano i pittori con le loro mostre, che gestiva Bruno, fratello del noto gallerista Giorgio Ghelfi e nipote del vescovo Fogolla, trucidato in Cina dai Boxers nel 1900.
Le libraie come Marisa, che leggeva sempre prima di consigliare un libro a un cliente, sono ormai in via di estinzione, sostituite da commessi senz’anima che non leggono nulla e da Amazon e dai suoi algoritmi, e dall’intelligenza artificiale. Non progresso ma regresso, dunque. Vengono in mente i versi di un poeta latino della decadenza, contemporaneo di Sidonio Apollinare, il quale scrisse che “Le biblioteche si chiudono per sempre, come tombe e i cantori hanno sostituito nelle scuole i maestri d’eloquenza”.