(di Christian Gaole) Non c’è niente da fare: nonostante rattoppi, lavori e rifacimenti Verona con i tombini e le strisce pedonali ha un problema visibile e ingombrante, che non si risolve ma anzi si sta aggravando e accumulando. Lungo Stradone Maffei e in Stradone San Fermo ci sono ben 17 tombini già sprofondati. Il disagio, anzi, il pericolo ci è stato segnalato più volte nelle ultime settimane dai nostri lettori.
E noi de L’Adige, con l’intenzione di approfondire la questione, ci siamo resi conto che nelle medesime condizioni si trovano, fra gli altri, anche i tombini del recentissimo sottopassaggio che fa perno su Viale dal Cero. Qui la situazione è resa ancora più imbarazzante dal pochissimo tempo passato dalla fine dei lavori. Parliamo del percorso che parte da un lato a Porta Palio e sfiora la tangenziale, passa tra via Città di Nimes e la stazione ferroviaria e prosegue dall’altro lato verso via Faccio e Ponte San Francesco.
COSì SI EVITEREBBERO I TOMBINI NEL “BUCO”
Le nuove carreggiate, sia quella in direzione Lungadige Galtarossa, che quella che conduce in via Colonnello Galliano, hanno tutti i tombini ribassati di diversi centimetri sotto il manto stradale, creando evidenti difficoltà agli automobilisti ma anche un pericolo reale per chi viaggia su due ruote.
A parte il fatto che il sistema degli appalti dovrebbe essere necessariamente ripensato, perché per sua natura privilegia il ribasso invece dell’efficacia, la domanda che ci è stata posta dai lettori è questa: chi dovrebbe vigilare? L’Adige lo ha quindi chiesto all’assessore titolare di strade e giardini, Federico Benini. Ma la risposta non ha fatto chiarezza, anzi: “Non è di nostra competenza, è compito dell’azienda appaltatrice manutenere le strade e tutto ciò che riguarda i tombini e il manto stradale”.


Siamo consapevoli che questa risposta non soddisferà certo i cittadini, ma anzi si trasformerà in domande ancora più dirette e circostanziate. Non è forse onere dell’appaltante, in questo caso il Comune di Verona, controllare l’operato dell’appaltatore e pretendere che il lavoro appaltato venga svolto a regola d’arte? E se così non fosse, ci sono, e quali sono, le penalità a carico di chi non ha lavorato bene? A parte il pagamento degli stati di avanzamento, il saldo non può essere legato alla qualità dell’opera?
Per non incorrere in errori di interpretazione abbiamo chiesto anche un parere tecnico a una professionista per capire se sia davvero impossibile sistemare i tombini a livello del manto stradale. L’ingegnere edile ci ha spiegato che i chiusini stradali, cioè i coperchi in ghisa dei pozzetti, vanno rimessi in quota quando si asfalta, altrimenti resta l’avvallamento, e per farlo sono disponibili materiali in ghisa, acciaio o calcestruzzo che creano l’apposito spessore.
NEI PROSSIMI MESI IL “RITOCCO” ALLE STRISCE
La professionista, che ci ha chiesto di non essere nominata, ci ha fatto notare che “spesso il problema delle nostre strade è dovuto proprio al fatto che i chiusini non vengono rimessi in quota, e perciò restano più bassi dell’asfalto”. Ma come ci fanno notare i lettori, ai cittadini poco importa chi si debba preoccupare della manutenzione dei vari chiusini e tombini, basta che il lavoro venga fatto a regola d’arte per non mettere a rischio la sicurezza. Non è rilevante, almeno in questa sede, di chi sia la colpa: ciò che i cittadini chiedono è una maggiore cura e una più accurata manutenzione delle strade.
Fin qui i tombini, che comportano pericoli, un crescente impegno di gommisti e meccanici e spese per automobilisti, motociclisti e anche ciclisti. Ma abbiamo anche un altro problema, se possibile anche più serio, se ci fosse una classifica delle difficoltà di girare per Verona. Ed è quello delle strisce pedonali, che ormai in molte vie sono rimaste un vago ricordo, sbiadite e scolorite, ormai in qualche via quasi invisibili. Solo che qui non parliamo più solo di gomme e ammortizzatori, ma di un potenziale rischio di incidenti anche mortali.
A qualcuno potrebbero legittimamente sembrare preoccupazioni esagerate, ma a confermare i dubbi raccolti da L’Adige c’è anche il consigliere di Traguardi Pietro Trincanato: “Le strisce non si vedono, tant’è che ho rischiato di essere investito pure io”, ha detto, aggiungendo che “la competenza è sua”, con riferimento all’assessore Benini. Il quale, a un’ulteriore richiesta di spiegazioni, ha confermato che nei prossimi mesi il Comune metterà mano a tutte le strisce pedonali. I nostri lettori e i cittadini veronesi restano così in attesa di rivedere le strisce zebrate salvavita sull’asfalto. A patto che non distolgano la loro attenzione dai tombini.