(di Angelo Paratico) L’8 di maggio ero a una presentazione d’un libro a Bussolengo, nel telefonino scorsi che il nuovo papa si chiamava Prevost. Scattai in piedi a dire, urbi et orbi, che si trattava di un papa francese. Subito dopo, resomi conto dell’errore, mi rialzai e dissi: “Scusate, è un americano con un cognome francese”.
Prevost. Prima del papa c’era l’abate
Prevost è un cognome celebre fra chi ama le belle lettere francesi perché l’abbé Antoine François Prévost, nato a Hesdin, il 1° aprile 1697 e morto a Chantilly, il 25 novembre 1763, è stato un grande scrittore, storico e traduttore francese. Sarà imparentato con lui il nuovo papa, Leone XIV? Ancora non lo sappiamo.
Quest’uomo ebbe una vita tempestosa e difficile, che ricorda quella del nostro Giacomo Casanova, piena di alti e di bassi. Era nato in una famiglia della piccola nobiltà, studiò dai gesuiti ma, non amando assolutamente i loro metodi, dopo una fuga in Olanda, nel 1721, passò ai benedettini dell’abbazia di Saint-Wandrille de Fontenelle. La sua grande passione furono sempre la scrittura e la ricerca storica, infatti, nel 1728, ottenne l’approvazione per pubblicare i primi tomi di Mémoires et aventures d’un homme de qualité qui s’est retiré du monde. S’allontanò dal suo monastero senza permesso e quindi venne colpito da un ordine di arresto. Fuggì a Londra, ma nel 1729 un’avventura lo obbligò a trasferirisi nei Paesi Bassi dove si legò con un’avventuriera di nome Elena Eckhardt, detta Lenki.

Assunse quindi il romantico nomignolo di Prevost d’Exiles, e per campare tradusse la Historia sui temporis del De Thou e pubblicò il seguito in tre volumi del suo capolavoro Mémoires et aventures d’un homme de qualité di cui l’ultima parte tratta della Histoire du chevalier des Grieux et de Manon Lescaut forse autobiografico, che il Parlamento di Parigi condannò al rogo, per la scabrosità del linguaggio e delle scene. Grazie a questo divenne molto popolare, anche grazie alle edizioni clandestine che furono ampiamente diffuse.
La storia è ambientata principalmente in Francia e, nel finale, in Louisiana, agli inizi del XVIII. Da questa torbida storia di passioni invincibili, il nostro Giacomo Puccini ne trasse un capolavoro.
Nel 1733, oberato dai debiti, ritornò a Londra dove fondò Il Pro e il Contro un giornale letterario che resisterà per sette anni. Nel 1734, negoziò il suo ritorno presso ai benedettini ed effettuò un secondo noviziato purgativo di alcuni mesi nel monastero di La Croix-Saint-Leufroy, presso Évreux, prima di diventare, agli inizi del 1736, l’elemosiniere del principe di Bourbon-Conti, che lo protesse.
Prevost pubblicherà ancora altri romanzi, tra cui Il Decano di Killerine (1735–1740) e Teofé, storia d’una Greca moderna (1740); la monumentale Storia Generale dei viaggi (15 volumi), Memorie per servire alla storia di Malta (1746-1759); e due traduzioni di romanzi di Samuel Richardson: Lettere inglesi di Miss Clarisse Harlove e Nuove lettere inglesi o storia del cavaliere Grandisson (1755).
Passò i suoi ultimi anni a Parigi, vicino a Chantilly, morendo d’infarto nella foresta di Chantilly al termine d’una passeggiata.