È stata prorogata fino al 4 giugno, nella Biblioteca Frinzi dell’Università di Verona, l’esposizione fotografica “Una luce diversa fa la differenza”, esito di un progetto promosso dall’Ufficio Scuole ed Educazione Ambientale di AMIA. La mostra raccoglie gli scatti realizzati da circa 900 studenti provenienti da 40 classi di dieci istituti superiori, nell’ambito dell’iniziativa “Vorrei uno sfondo diverso”. Un invito rivolto alle nuove generazioni a riflettere sul mondo che ci circonda, a partire dalla luce – reale e simbolica – con cui scegliamo di guardarlo.
Il concorso fotografico, che ha riscosso grande successo anche sui social – in particolare sulla pagina Instagram di AMIA, pensata per coinvolgere il pubblico più giovane – ha generato oltre 200 fotografie. Una selezione delle opere, tra cui le vincitrici delle varie categorie, è ora visibile nella mostra a ingresso libero. Accanto agli scatti fisicamente esposti, i visitatori potranno scorrere l’intera galleria fotografica tramite monitor, accompagnati da playlist musicali che spaziano dalla musica classica a quella contemporanea, per un’esperienza immersiva nel rispetto del silenzio bibliotecario.
Non solo: l’allestimento si distingue per la sua vocazione inclusiva, grazie anche alla collaborazione con l’Unione Ciechi, che ha reso l’esposizione fruibile anche da persone non vedenti. Un elemento che sottolinea l’attenzione di AMIA verso l’accessibilità e la partecipazione di tutti, valori centrali nei suoi progetti educativi.
Le fotografie premiate sono state selezionate in base a criteri che spaziano dalla creatività all’espressività, dall’originalità alla capacità comunicativa sui social. Oltre ai riconoscimenti principali, la giuria – composta da rappresentanti di AMIA, della Cooperativa Luce e Lavoro, del Comune di Verona e dal fotoreporter de L’Arena Giorgio Marchiori – ha conferito due menzioni speciali per la positività del messaggio trasmesso e per l’efficacia del testo descrittivo abbinato agli scatti.
Dopo la tappa in Biblioteca Frinzi, la mostra verrà trasferita negli spazi della Facoltà di Medicina, per poi concludere il suo percorso nella sede AMIA di via Avesani.
L’iniziativa si inserisce in un più ampio programma educativo portato avanti da AMIA nelle scuole veronesi, che solo nell’anno scolastico in corso ha coinvolto 250 classi di 120 istituti e raggiunto circa 26mila studenti, dai 3 ai 18 anni. Al centro di questi percorsi, l’apprendimento esperienziale: un approccio che valorizza l’azione diretta, la riflessione e la creatività. Nel caso del progetto fotografico, i ragazzi hanno interpretato in prima persona l’idea di riuso e valorizzazione di ciò che solitamente viene scartato, dando vita a set fotografici pensati per mettere in luce nuovi significati.
«AMIA non è solo la società che si occupa della gestione dei rifiuti, ma anche un presidio culturale e formativo sui temi ambientali», ha dichiarato il presidente Roberto Bechis. «I giovani sono interlocutori fondamentali nei nostri percorsi di sensibilizzazione e formazione, e ogni anno cerchiamo di coinvolgerli sempre più attivamente».
Sulla stessa linea l’assessore alla Transizione Ecologica Tommaso Ferrari: «Cambiare le abitudini per migliorare la gestione dei rifiuti è una responsabilità condivisa. Per questo, il coinvolgimento dei più giovani è essenziale, sia come cittadini consapevoli, sia come motori del cambiamento».
Un ringraziamento sentito è arrivato anche da Daniela Brunelli, direttrice del Sistema Bibliotecario di Ateneo: «Queste immagini sono un’esplosione di colori, frutto della sensibilità e della creatività degli studenti. Ringrazio AMIA per aver portato in biblioteca una riflessione così attuale».
Infine, Matteo Nicolini, presidente della Commissione RUS di Ateneo e referente del Rettore alla Sostenibilità Ambientale, ha sottolineato il valore strategico dell’iniziativa: «La mostra è un segnale forte del nostro impegno nella promozione della cultura della sostenibilità e nella costruzione di un dialogo intergenerazionale. Immaginare uno sfondo diverso significa pensare a un futuro migliore, insieme».