Una presentazione al Museo di Storia Naturale
(a.p.) Un convegno per parlare di seta. Dalle 15.30 alle 17.30 s’avvicenderanno degli esperti relatori: Leonardo Latella, Silvia Cappellozza, Anna Paini, Pietro Spellini e Davide Boschetti.
Tale progetto è supportato dall’Università di Verona, dal Gruppo Mic, da Fondazione Cariverona, dal Museo della Seta Don Mazza, dall’Azienda Agricola Piero Spellini e dal Comune di Verona.
Durante i prima anni del ‘900 i paesi che producevano più seta a livello mondiale erano l’Italia, la Cina e il Giappone. E il grande numero di piante di gelso ancora presenti nelle nostre campagne mostrano che anche nel veronese se ne produceva molta.

Dalla classifica delle superpotenze seriche l’Italia e il Giappone sono praticamente sparite, e data la grande manualità richiesta da quest’arte antica è probabile che la tendenza negativa non potrà essere mutata.
La seta torna come produzione di nicchia e di alto livello
Si sta comunque tentando di far rivivere una produzione di nicchia e di alto livello, sfruttando le conoscenze acquisite in 2000 anni di storia. Un impianto pilota, seguito da Giancarlo Conti e Gaetano Zanotto, è già stato attivato a Povegliano e presto produrrà la prima seta.
Giulio Cesare, che fu anche un esteta e un modaiolo, si presentò per primo in Senato con una stupenda e costosissima toga di seta, arrivata a Roma dalla Cina, suscitando invidia negli altri togati vestiti di umile canapa. La seta è stata uno dei tanti regali fatti dalla Cina (conosciuta anticamente come Seres, ossia il paese della seta) al mondo intero, come la carta, l’inchiostro, la bussola e la polvere da sparo.