A cinquant’anni dell’assassinio di Sergio Ramelli, il giovane milanese di destra massacrato a colpi di chiave Inglese davanti alla sua casa nel 1975, il centro culturale L’Officina ha presentato il libro di Guido Giraudo e Andrea Arbizzoni “Sergio Ramelli. Una storia che fa ancora paura”.
Gli autori, entrambi milanesi, hanno vissuto direttamente quegli anni della storia italiana caratterizzati dalla violenza politica fra i giovani di destra e di sinistra, ed hanno pubblicato il libro che è stato presentato per la prima volta, proprio a Verona, e precisamente a Pescantina nel 1997, in occasione dell’anniversario della morte del giovane studente.

Via Ramelli. Verona è stata la prima ad intitolargli una via
Quella di ieri è stata la 200ª presentazione del libro che ha già venduto oltre 30.000 copie. A presentare gli autori il presidente de L’Officina, Paolo Danieli, e il capogruppo di FdI al consiglio comunale di Verona Massimo Mariotti. Entrambi hanno sottolineato il legame tra la tragica vicenda di Sergio Ramelli e la nostra città. È stato infatti proprio a Verona che nel 1988, grazie ad una mozione presentata in consiglio comunale dal consigliere del Movimento Sociale Italiano Roberto Bussinello, ispirata da Nicola Pasetto, per la prima volta in Italia è stata intitolata una via a Sergio Ramelli.
Guido Giraudo ha ricordato quel giorno con particolare emozione anche perché era riuscito a portare alla cerimonia dell’inaugurazione della strada, che si trova nei prezzi della stazione di Porta Nuova, la mamma del giovane martire della destra. Quello che è emerso nell’incontro è che tutti si augurano che la violenza di quegli anni, contrassegnati anche dalla strategia della tensione e dal terrorismo, non ritornino mai più. Preoccupanti, oltre che anacronistici, alcuni segnali di intolleranza politica che si sono manifestati negli ultimi tempi in alcune città italiane anche con l’imbrattamento delle targhe che ricordano l’assassinio di Ramelli.