(p.d.) La pace ‘giusta e duratura’. Dicono tutti così. Il riferimento è la guerra in Ucraina. Lo dice il Papa. Lo dice la Meloni. Lo dice l’Europa. Lo dicono anche tutti quelli che, preoccupati per il protrarsi della guerra, vorrebbero, almeno a parole, la cessazione delle ostilità e la pace. Ma aggiungono: ‘giusta e duratura’. Aggettivi inutili. La pace è la pace e basta.
Che sia ‘duratura’ è solo una speranza. Nessuno legge il futuro. Al massimo può essere un augurio.
Che sia ‘giusta’, è impossibile. Ce lo insegna la storia. Chi sa citarne una ‘giusta’ alzi la mano! Da che mondo è mondo la pace è sempre quella del più forte. Ovvero di chi la guerra l’ha vinta. Non si scappa.

La pace del 1945
Dopo la 2ª guerra mondiale la pace è stata quella di Usa, Urss e Gran Bretagna che a Yalta hanno deciso come spartirsi le zone d’influenza se non i territori del mondo. La Germania, per esempio, è stata divisa in due. Era giusto? Chiedetelo ai tedeschi che si sono potuti riunire solo dopo il 1989. Ed è stato giusto dare alla Jugoslavia le terre di Istria, Dalmazia e Fiume con annessa deportazione di massa degli italiani e spoliazione dei loro beni?
E’ stata la pace e basta. La fine della guerra.

La pace del 1919
Ed è stata giusta la pace di Versailles dopo la 1ª guerra mondiale con la quale i vincitori -Inghilterra, Usa, Francia e Italia- stabilirono l’assetto dell’Europa e lo smembramento dell’impero asburgico? Parrebbe proprio di no, visto che perfino l’Italia, che la guerra l’aveva vinta, dichiarò “mutilata” la vittoria che ci costò 600 mila morti. Ma così vollero le potenze più forti tra i vincitori.
Anche qui non ‘giusta’ la pace, ma dettata dalla logica del più forte.
L’immagine di Brenno, il capo dei Celti che, conquistata Roma, e pronunciando la famosa frase “vae victis!” – guai ai vinti!- impose le proprie condizioni con il gesto simbolico di far pesare la propria spada sul piatto della bilancia che misurava l’oro che i Romani dovevano al vincitore, è il simbolo di come avviene ogni pace.
Altro che pace ‘giusta’.
La guerra in Ucraina non fa eccezione. A meno di non voler protrarre il conflitto indefinitamente, come vorrebbero i ‘volonterosi’ guerrafondai, con tutti rischi che ciò comporta. Guerra atomica compresa. La pace non potrà avvenire se non assecondando la Russia che sul campo si è dimostrata la più forte.
Solo se Zelensky verrà ricondotto a ragione e si rassegnerà ad accettare l’annessione della Crimea alla Russia -gli abitanti sono russi in larghissima maggioranza- e se accetterà di congelare lo status quo con le province russofone già in mano a Mosca, la guerra potrà finire. Trump lo ha capito da tempo.