(Angelo Paratico) La notizia arriva dai servizi segreti francesi ed è assai preoccupante. Il movimento dei Fratelli Musulmani ormai da decenni starebbe tessendo una sua rete in Europa, e il suo fulcro in Italia sarebbe proprio a Verona. Ma andiamo per ordine. Due giorni fa il presidente Macron ha riunito alcuni ministri all’Eliseo per elaborare una strategia per contrastare la crescente espansione dei Fratelli Musulmani.

A Parigi da decenni operano varie organizzazioni apparentemente benefiche (la più celebre è quella dell’Aga Khan) che hanno svolto una capillare opera di conversione e reclutamento, pur nel rispetto delle leggi, di nuovi credenti musulmani. Ma il pericolo posto dai Fratelli Musulmani e richiamato dai servizi francesi è assai più preoccupante. Si tratta di un movimento dai tratti oscuri e segreti che costituisce una delle più importanti cellule islamiste internazionali e ha un approccio di tipo politico all’Islam. Furono fondati nel 1928 da Ḥasan al-Bannāʾ a Isma’iliyya (Egitto), poco più d’un decennio dopo il collasso dell’Impero ottomano.

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L’organizzazione è sotto la lente delle nazioni occidentali ma è stata dichiarata fuorilegge, in quanto considerata un movimenti dai tratti terroristici, anche dai governi di molti Paesi del Medio Oriente e dell’Asia Centrale, come Bahrain, Egitto, Russia, Siria, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Tagikistan, Giordania ed Uzbekistan. Gode comunque di cospicui finanziamenti e protezione più o meno esplicita da parte dei governi di Turchia e Qatar. L’obiettivo che mi muove è un califfato globale, ma paradossalmente è in Europa che sta riscuotendo il maggior successo. 

L’influenza della Fratellanza in Francia è stata descritta in dettaglio in un rapporto di 73 pagine declassificato e reso noto nei giorni scorsi da Bruno Retailleau, ministro dell’Interno, che da tempo mette in guardia contro l’infiltrazione della Fratellanza in tutti i settori della vita francese. Gli autori del rapporto, un ambasciatore e un alto prefetto, hanno condotto ricerche approfondite in Francia ma anche in altri Paesi europei. Tra le persone intervistate figurano accademici e leader musulmani a livello nazionale e locale. Il rapporto ha rivelato che il 7% dei 2800 luoghi di culto musulmani in Francia ha legami con la Fratellanza, il che tradotto in numeri rappresenta circa 91 mila fedeli regolari.

Fuorilegge anche in numerosi paesi arabi

L’organizzazione ha anche una forte presenza nelle associazioni culturali e sportive. Ma la cosa più preoccupante è la sua influenza nelle scuole, e questa non è una sorpresa. Un sondaggio del 2021 ha riportato che il 65% degli studenti musulmani delle scuole secondarie in Francia attribuisce più importanza alle leggi dell’Islam che a quelle della Repubblica. Sebbene quel sondaggio in Francia abbia suscitato commenti preoccupati, poco è stato fatto per cercare di arrestare quella che i francesi chiamano la “re-islamizzazione” della loro popolazione musulmana. C’è da chiedersi se questo ultimo rapporto spingerà la Repubblica francese ad agire concretamente e a mettere fuori legge. E che accoglienza riceverà l’indagine in Italia, se diventerà una priorità per il ministro Piantedosi.

Secondo quanto riportato dalla stampa internazionale, Macron ha espresso preoccupazione per la “gravità dei fatti” e ha incaricato il suo governo di presentare una serie di controproposte per inquadrare e affrontare il fenomeno. Un portavoce dell’Eliseo ha affermato che il Presidente riconosce che i Fratelli Musulmani sono una “minaccia alla coesione nazionale” e che è imperativo “informare l’opinione pubblica e i rappresentanti eletti localmente circa questa minaccia e su come opera”.

da decenni starebbe tessendo una sua rete in Europa e il suo fulcro in Italia è proprio a Verona.

Un’area di preoccupazione è rappresentata dai social media, che secondo il rapporto sono utilizzati dai Fratelli Musulmani per “mettere in discussione i valori della Repubblica in termini di laicità, in particolare per cercare di dimostrare che lo Stato è islamofobo”. Si tratta di ciò che in Italia succede spesso, tanto che a Napoli chiamano questo atteggiamento chiamano “chiagn’ e fott‘”: descrive una situazione in apparenza negativa solo per trarne un beneficio, anche per migliorare la propria immagine. Le accuse di islamofobia fuori luogo, in realtà cercando di passare per vittime, si sono rivelate un metodo molto efficace per conquistare sui social media il cuore e la mente dei giovani musulmani, che sono impressionabili e influenzabili, spingendoli a sentirsi rifiutati.

E’ quanto è successo quando un giovane musulmano, passeggero della moto guidata da un amico che non si era fermato all’alt di una pattuglia di carabinieri, è poi rimasto ucciso in un incidente del quale i militari sono stati scagionati. Eppure l’episodio è stato rilanciato e utilizzato per far passare la vittima come un martire, a uso di una schiera di “utili idioti”, spesso nemmeno religiosi ma impiegati comunque per far alzare la tensione e rilanciare questo messaggio.

Ed eccoci a Verona. Numerosi quotidiani, tra cui Il Tempo (a questo link) sottolineano che nelle carte francesi, appare “un istituto di Studi islamici e umanistici che ha ricevuto finanziamenti dal Kuwait attraverso un’organizzazione caritatevole islamica internazionale e sarebbe destinata a diventare il principale centro di formazione per gli imam in Europa e rilascerebbe un diploma di insegnante professionista a beneficio delle scuole e dei centri islamici in Europa”.

Istituzione educativa o cellula sovversiva?

La scuola peraltro è tutt’altro che celata, e si presenta ufficialmente sul proprio sito come “Istituzione educativa specializzata in studi islamici e umanistici, che include programmi e diplomi di laurea e corsi specializzati”. Si tratta di un comprensibile timore nell’attuale contesto geopolitico o di un sospetto eccessivo? Anna Maria Cisint, europarlamentare della Lega, non ha dubbi. “C’è il rischio di una sovversione democratica in Europa da parte di cellule fondamentaliste“, dice, “legate ai Fratelli Musulmani attraverso il proselitismo, la predicazione e la formazione nelle moschee e nelle scuole private sparse in tutta Europa e finanziate dall’estero”.

Probabilmente, in nessun altro luogo in Europa questa strategia ha avuto più successo che in Gran Bretagna. Il rapporto francese descrive la Gran Bretagna come un “avamposto” del ramo mediorientale della Fratellanza, e in Francia cresce la preoccupazione per ciò che sta accadendo e che potrebbe ripetersi nelle banlieu. Alexander del Valle, che alla fine degli anni Novanta era consigliere per la difesa nazionale francese, ha avvertito lo scorso anno che diverse città del nord dell’Inghilterra “sono già diventate bastioni islamici, incoraggiati dalla propaganda dei Fratelli Musulmani che li spinge a presentarsi alle elezioni”. Si tratta di una situazione straordinaria e allarmante, considerando che la Gran Bretagna ha condotto una propria indagine sulla Fratellanza Musulmana dieci anni fa.

Commissionata dall’allora Primo ministro David Cameron, l’indagine era stata condotta da Sir John Jenkins, un ex ambasciatore britannico in Arabia Saudita, ma le sue conclusioni sono state ignorate. l lavoro dei Fratelli Musulmani in Gran Bretagna è facilitato dal fatto che l’“islamofobia” è diventata un articolo di fede per molti esponenti dell’establishment, che credono davvero esista. Addirittura il governo laburista dovrebbe presto inasprire la definizione di “islamofobia” sulla base di un rapporto del 2019 redatto da un gruppo parlamentare multipartitico. Secondo il rapporto, l’islamofobia è “una forma di fascismo e di razzismo che prende di mira le espressioni dell’identità musulmana o della presunta identità musulmana”.

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La grande moschea di Londra

Uno dei motivi per cui Bruno Retailleau ha reso pubblico questo rapporto è stato quello di attrarre l’attenzione dell’opinione pubblica sui Fratelli Musulmani in vista delle elezioni del 2026 in Francia, perché esiste il rischio che l’anno prossimo si presentino alle elezioni locali con lo slogan: se ci votate, vi porteremo un sacco di voti. La declassificazione del rapporto e l’incontro di questa settimana all’Eliseo in questi giorni hanno dominato la stampa e le trasmissioni televisive francesi. La Fratellanza Musulmana non gradirà certo che i riflettori siano puntati su di lei, anche se è ancora in grado di operare nell’ombra, in Gran Bretagna e in Italia.