(m.z.) Dopo l’Australia sotto con la Francia. Prosegue, infatti, il cammino di Gabriele Crivellaro, 18enne portacolori della Ptn – Pro Tennis Network di Bardolino, verso il tennis dei big. A gennaio ha vissuto la sua prima esperienza in un torneo del Grande Slam (gli Australian Open conclusi al secondo turno di tabellone) e domani, giovedì 29 maggio alle ore 10, inizierà la sua avventura sulla terra battuta del Roland Garros Junior sfidando l’indiano 17enne Hitesh Chauhan.
Dall’esperienza australiana ne è tornato fortificato e più convinto dei propri mezzi e assieme al suo coach Francesco Borgo, in questi mesi ha lavorato per incrementare il suo bagaglio e per prepararsi al meglio alla stagione sulla terra rossa.
Coach Borgo, come arriva Crivellaro al suo secondo Slam dell’anno?
Gabriele ci arriva non prontissimo. Abbiamo avuto dei problemi extra campo e non abbiamo fatto un percorso lineare.
Che obiettivo vi siete prefissati per questa prima esperienza al Roland Garros Junior?
L’obiettivo è riuscire a giocare tutti i punti a quel livello e in quel contesto.
Tra Melbourne e il Roland Garros c’è stata una crescita dal punto di vista del gioco e dei risultati? Avete lavorato sul qualcosa in particolare?
E’ sicuramente migliorato nel gioco in quanto l’attenzione ora ce l’abbiamo lì. Ha ottimi colpi ma nella comprensione del gioco dobbiamo migliorare, in particolare nella posizione in campo e nel comprendere le fasi di gioco e per questo è fondamentale giocare sulla terra rossa. infatti, dopo l’Australia siamo subito andati ad allenarci sulla terra. A febbraio ha fatto subito bene raggiungendo la finale in Marocco poi a marzo una brutta trasferta in Spagna (15 giorni di pioggia su 19) ci ha un po’ rallentato. Ha affrontato anche pressioni che prima non aveva. Ci si deve passare.
È reduce dal Trofeo Bonfiglio vinto dall’italiano Vasami. Che esperienza è stata?
Al Bonfiglio ha giocato bene. I contesti di alto livello lo aiutano. È stato molto utile per capire in cosa é migliorato e quali sono le competenze che mancano rispetto ai più forti. C’è da lavorare insomma, ma il potenziale è alto. Non c’è fretta e l’importante è sfruttare ogni allenamento e ogni momento per crescere.