30 associazioni e partiti della sinistra veronese intervengono per smentire l’allarme suscitato nei giorni scorsi da un rapporto dei servizi segreti francesi sul progetto di creare un centro di diffusione di cultura islamica a S.Giovanni Lupatoto da parte dei Fratelli Musulmani, un’organizzazione vietata in diversi paesi arabi. 

ANED – Associazione Nazionale Ex Deportati – Verona; ANPI di San Bonifacio, San Giovanni Lupatoto; ARCI di Legnago, Yanez, di Verona; Associazione Il Mondo di Irene; Associazione Inclusiv3; Associazione “Isolina e…”; Associazione La Fraternità; Associazione per la Pace tra i Popoli (Casetta per la Pace) – Verona; Associazione Rete Radié Resh; Associazione “Sulle Orme”Azione Comunitaria; Circolo Laudato sì Verona est; Circolo Pink LGBTE; Comunità Sikh – Verona; Donne in Nero; Gruppo di docenti “Radici dei Diritti”; Laboratorio autogestito Paratod@s; Movimento 5 Stelle – Verona; Osservatorio di comunità, ricerca e azione per i diritti e i doveri sociali; Osservatorio Migranti Verona; Partito Democratico – Verona; Rete degli Studenti Medi; Rifondazione Comunista – Verona; Verona Possibile; Sbarre di zucchero APS; Sinistra Italiana – Verona; UDU – Unione degli Universitari; Ultima Generazione sostengono che si tratta di un tentativo “di criminalizzare un centro culturale, creare il mostro e spargere diffidenza e odio interreligioso”.

Colpa, secondo i 30 firmatari della denuncia politica, della eurodeputata leghista Anna Cisint, ex sindaca di Monfalcone che avverte:  “A Monfalcone e in tante città italiane”, dice la Cisint, “moschee e scuole coraniche operano nell’ombra, prive di controllo e regolamentazione, spesso risacche di illegalità e predicazione dell’odio verso l’Occidente. Oggi, la novità si nasconde dietro la facciata di presunti istituti di formazione, il cui vero scopo è quello di ripulire l’immagine dell’Islam più radicale, mentre lentamente si insinua nelle nostre istituzioni e nella nostra società”.

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Il centro islamico di S.Giovanni Lupatoto non è un problema

Le organizzazioni che denunciano la speculazione politica attribuita alla Lega si sono prese la briga di leggere il rapporto dell’intelligence francese e spiegano che è esso stesso che “attacca frontalmente il concetto stesso di islamofobia, descrivendolo come frutto di vittimismo degli islamici e di una strategia di infiltrazione dei Fratelli Mussulmani nelle istituzioni e nella legislazione dell’Unione europea”.
“L’unico riferimento a Verona – precisano- in tutte le 75 pagine del rapporto, si trova in fondo a pagina 31 e recita testualmente:

Il primo IESH (Istituto Europeo di Scienze Umane) si trova vicino a Château-Chinon (dipartimento 58, Francia). È stato il modello pilota per altri 6 IESH creati successivamente in Europa, grazie al lavoro di coordinamento di Mohamed KARMOUS, cittadino svizzero: altri 2 in Francia (a Saint-Denis e inAlsazia), 2 nel Regno Unito (in Galles e a Birmingham), 1 a Francoforte in Germania e infine 1 a Helsinki in Finlandia. Attualmente, gli istituti britannico e alsaziano non sono più in attività.

Un 8° IESH è previsto a Verona (Italia). L’Istituto Italiano di Studi Islamici e Umanistici, chiamato Bayan, ha beneficiato di finanziamenti kuwaitiani attraverso l’International Islamic Charity Organisation. L’istituto aspira a diventare il principale centro di formazione per imam in Europa e rilascerebbe un diploma di insegnamento professionale a beneficio delle scuole e dei centri islamici europei”.

Troppo poco per montare un caso che, a detta dei 30 soggetti politici della sinistra veronese, puzza lontano un chilometro di speculazione xenofoba e di intolleranza nei confronti della altre culture. Giusto tenere alta la vigilanza contro ogni deriva violenta, ma non criminalizzare per intero fedi religiose e loro fedeli.

“E’ proprio l’approccio multiculturale – affermano- ad essere il migliore strumento di contrasto alla radicalizzazione estremista”.