Fine vita. L’opinione di un confuciano

(Angelo Paratico) Il Veneto con Luca Zaia aveva provato a legiferare in materia di eutanasia ma era stato bloccato. Anche la Toscana ci ha provato, ma due settimane fa il governo ha impugnato la loro legge regionale sul fine vita perché: «lede le competenze esclusive dello Stato».

E la Toscana si è costituita in giudizio contro l’impugnativa del Governo. Di questo dovrà decidere la Corte costituzionale che già nel 2019 (e ancora nel 2024) aveva sollecitato il Parlamento a regolare la materia del suicidio assistito.  Su questo tema la Chiesa Cattolica è nettamente contraria, come per l’aborto e questo, per ogni cattolico, dovrebbe chiudere per sempre l’argomento.

Noi pensiamo che la nostra società dovrebbe diventare più umana e rispettosa con gli anziani e i malati. Confucio, cinque secoli prima di Cristo, diceva ai suoi discepoli: “Sforzatevi di osservare una meticolosa cura nelle cerimonie funebri per i genitori e badate bene che non ci si dimentichi di sacrificare anche ad antenati più lontani. Solo così la virtù del popolo ritornerà a splendere”

Oggi esistono cure palliative e antidolorifici potentissimi, che possono essere utilizzati, senza dimenticare che il dolore è solo un campanello d’allarme e non una condizione di vita. In Olanda la “dolce morte” è già legge, estesa addirittura ai minorenni ed è già legge in molti altri Paesi, soprattutto in quelli a guida di sinistra, come il Canada

Guardare la propria morte in faccia è come fissare il sole

Una legge sulla falsariga canadese è in discussione nella cattolica Francia e, nonostante l’opposizione dei vescovi, guidati dall’arcivescovo di Parigi, Laurent Ulrich, è stata approvata all’Assemblea Nazionale con 305 sì e 199 no. Dei 199 parlamentari che si sono opposti alla legge, 101 appartengono al partito di destra Rassemblement National e 16 alla Union des droites pour la République, il partito creato dall’ex leader dei Repubblicani Éric Ciotti e alleato del Rassemblement National.

Hanno votato contro anche 67 dei 204 deputati della maggioranza, in particolare quasi tutti i Repubblicani di destra. Hanno invece votato a favore quasi tutti i deputati dei partiti di sinistra, ossia i Socialisti, la France Insoumise e gli Ecologisti, un segno che nel loro inconscio operano idee radicali, come l’estinzione dell’uomo bianco e una terra senza quella peste dei sapiens che inquinano e producono anidride carbonica. 

In autunno questo disegno di legge approderà al Senato e potrebbe diventare legge dello Stato. Il personale medico sarà autorizzato ad aiutare i propri pazienti a morire, cosa che Macron ha definito una legge di fraternità. E ha poi teatralmente dichiarato: “Con questo testo, guardiamo la morte in faccia” ma guardare la propria morte in faccia è come fissare il sole, diceva François de La Rochefoucauld. 

Perché questo tema e perché Macron lo affronta proprio ora? Detto banalmente è facile supporre che il dibattito sull’eutanasia non provocherà rivolte di piazza e quindi è un argomento sicuro per il Presidente, che distoglierà l’attenzione dalla moltitudine di questioni sociali, economiche, politiche e strategiche che affliggono la Francia. Lo stesso si potrebbe dire della sua recente decisione di inserire il diritto all’aborto nella costituzione del Paese, un gesto popolare ma puramente simbolico, dato che l’aborto è legale in Francia dal 1975.

Guardare la propria morte in faccia è come fissare il sole

Macron sa che l‘83% degli elettori francesi è favorevole all’eutanasia, ma ciò che i francesi non sanno è che questa legge, apparentemente innocua e umana, aprirà certe porte che sono sempre rimaste chiuse e non sappiamo bene cosa accadrà. In Canada, dove il numero di casi di MAID (assistenza medica alla morte) è cresciuto rapidamente, questa oggi rappresenta il 4% di tutti i decessi, e addirittura ora si richiede che la MAID sia resa disponibile ai malati di mente. 

La procedura medica francese sarà avviata direttamente dal paziente, ma in caso di incapacità potrebbe essere avviata da un medico. Ciò rischia di creare un precedente pericoloso. I medici hanno sempre aiutano i pazienti a morire, ma ora diventerà legale. Questo, con il tempo, porterà a esercitare pressioni su coloro che altrimenti non avrebbero mai pensato di porre fine alla propria vita, spingendoli ad accelerare la propria morte per “non essere un peso” per gli altri, dopo essersi sentiti ripetere ogni giorno: “io al tuo posto lo farei”. 

Un giorno potrebbe persino passare una legge che ci imponga la morte, quando il costo di prolungare la nostra vita oltre la sua utilità economica imporrà un onere sempre più pesante sulla comunità. 

Il rischio che la morte venga regolata dalla finanza

Già oggi sono l’oro e la finanza che regolano i nostri comportamenti. Noi tutti dobbiamo avere l’onestà intellettuale di ammettere che l’abolizione di un divieto ha un effetto sulla società, rendendola più pericolosa e scialba, come nel film 1984 di Orwell, perché gli esseri umani sono animali sociali e uno dei modi in cui una società segnala i propri atteggiamenti è criminalizzare i comportamenti che ritiene dannosi

1984

L’idea che si possa accelerare la propria fine perché non si prova più piacere nella vita e si è diventati un peso per gli amici, la famiglia e lo Stato, esiste fin dagli albori dell’umanità. Lo si trova nella letteratura di tutte le epoche e nel corso della nostra vita lo abbiamo sentito esprimere da persone che conosciamo. Tuttavia, questo impulso è stato scoraggiato come un atteggiamento indegno nei confronti della vita, e questa disapprovazione culturale si riflette nelle leggi. 

Già oggi manteniamo in vita persone in uno stato quasi vegetativo anche se le risorse umane e finanziarie necessarie comportano un peso sempre maggiore sulle spalle di una percentuale sempre più esigua della popolazione produttiva. Già oggi il costo dell’assistenza sanitaria in Italia erode la nostra competitività economica rispetto a nazioni meno generose dal punto di vista sociale.

Forse lo stigma svanirà e al suo posto arriverà una nuova descrizione dell’egoismo, secondo il quale potrebbe essere considerato egoistico da parte di alcuni individui di voler continuare a vivere. Si tratta di un impulso sociale che crescerà, alimentato da forze più grandi di tutti noi.  I disabili e gli anziani verranno costretti al suicidio assistito. Si aprirà la finestra di Overton e ai poveri e ai malati terminali verrà detto che la loro sofferenza è inutile e che la loro vita non val più la pena di essere vissuta. 

Come notò Walter Benjamin, le più grandi idee e i più grandi valori, una volta diventati parte della struttura di potere, possono diventare molto pericolosi.

Per questo speriamo che il nostro governo rinunci alla cupio dissolvi tipico delle gauche au caviar in tutto il mondo e che si dedichi piuttosto al rafforzamento delle cure palliative e dell’assistenza ai malati e degli anziani, perché essi sono la nostra più grande ricchezza. Come ci ricorda, qui a Verona, il nostro Vescovo, Domenico Pompili: “Che si metta al centro il malato e non la malattia”.