(di Mao Valpiana *) Per tre volte ha voluto richiamare ed insistere sul concetto di nonviolenza. Il Pontificato di Papa Leone si è aperto nel segno della ricerca di vie di pace: “c’è troppa violenza nel mondo, nelle società”. In continuità con Papa Francesco, la scelta della nonviolenza viene indicata come strada privilegiata e ineludibile: “La nonviolenza come metodo e stile deve contraddistinguere le nostre decisioni, relazioni, azioni” è il primo passo che Leone ci invita a fare; “I giovani hanno bisogno di testimoni di uno stile di vita diverso, nonviolento” è la seconda motivazione che ci viene offerta.
E inoltre: “Quando coloro che hanno subito ingiustizia e violenza sanno resistere alla tentazione della vendetta, diventano i protagonisti più credibili di processi nonviolenti di costruzione della pace” è il terzo fondamento di questo percorso di pensiero e azione. Oggi chi resiste alla tentazione della violenza, a Gaza come in Ucraina, tra le vittime dell’ingiusta occupazione ed oppressione, e chi resiste alla tentazione della violenza, in Israele come in Russia, tra gli occupanti e gli oppressori, sono gli obiettori di coscienza e i disertori del militarismo.

Hanno rinunciato alla vendetta Maoz Inon e Aziz Sarah, l’israeliano e il palestinese a cui la guerra ha strappato gli affetti più cari, e che hanno saputo riconoscere nell’altro la persona e non il nemico, che Papa Francesco abbracciò insieme. Ha rinunciato alla vendetta anche Olga Karach, la leader nonviolenta bielorussa, difensora dei diritti umani e degli obiettori di coscienza che rifiutano l’esercito, oppositrice al regime e per questo minacciata di morte ed esule in Lituania, premio Langer per la pace 2023.
Ora Maoz, Aziz ed Olga, che hanno potuto incontrare il Papa, sono dei testimoni di pace anziché dei moltiplicatori di odio, come la logica della violenza avrebbe voluto. La nonviolenza li ha trasformati. Conversione-testimonianza, stile di vita, metodo di lavoro, sono le parole chiave del messaggio nonviolento che Papa Leone ci ha donato per il Giubileo della Pace.
Dal Papa i rappresentanti della Nonviolenza
Il Movimento Nonviolento, che con tante altre associazioni dell’arcipelago pacifista ha partecipato all’Udienza privata che si è svolta il 30 maggio nella Sala Clementina del Vaticano, lo ringrazia di cuore e accoglie il suo invito: “Disarmare i cuori, gli sguardi, le menti”. Il disarmo è la via maestra per arrivare alla pace. E la pace, ci ha detto ancora Papa Leone, “passa per la cura di relazioni di giustizia tra tutti gli esseri viventi”, una visione in piena sintonia con la filosofia nonviolenta di Aldo Capitini, di Gandhi e di Martin Luther King, i maestri che ancora oggi ci ispirano.
Rifiutare la violenza, rifiutare la menzogna, rifiutare le armi, sono gli imperativi categorici di oggi, che il Movimento Nonviolento attua nella Campagna di Obiezione alla guerra, il cui simbolo (le due mani che spezzano il fucile) abbiamo donato a Papa Leone per ringraziarlo dell’invito che ci ha fatto. Papa Leone XIV ha incontrato i rappresentanti dei movimenti popolari che avevano dato vita all’Arena di pace del 2024. Questo appuntamento era già stato calendarizzato con Papa Francesco prima della sua malattia e morte, grazie alla volontà del Vescovo di Verona, mons. Domenico Pompili, per restituire la visita e proseguire il dialogo tra i movimenti popolari e la Santa Sede. Un dialogo che vogliamo coltivare.
* Presidente del Movimento Nonviolento