(Angelo Paratico) In Olanda il leader dell’estrema destra Geert Wilders esce dalla coalizione. Richiedeva 10 leggi anti-immigrazione.
Il primo ministro Dick Schoof aveva lanciato un appello dell’ultimo minuto ai leader dei partiti della coalizione martedì mattina, ma ieri la riunione è durata solo un minuto prima che Wilders uscisse dalla coalizione di governo e lascasse la sala. Wilders aveva chiesto 10 misure aggiuntive in materia di asilo, tra cui il congelamento delle domande di asilo, la sospensione della costruzione dei centri di accoglienza e limitazioni sul ricongiungimento familiare.

“Nessuna firma per i nostri piani sull’asilo. Il PVV lascia la coalizione”, ha dichiarato Wilders su X, riferendosi al suo Partito per la Libertà. Tra i leader politici c’è stato un moto shock e rabbia per l’intransigenza mostra da Wilders, molti dei quali hanno sottolineato che diverse richieste di Wilders sono simili alle politiche già contenute nell’accordo di coalizione e che non avrebbero posto nessun ostacolo al PVV nell’attuazione delle stesse.

Molte delle proposte aggiuntive avanzate da Wilders erano state respinte durante i negoziati di coalizione a causa di preoccupazioni di natura giuridica, ma questo ha scontentato il biondo politico olandese. La decisione di Wilders ha posto fine a una coalizione di governo instabile, nata nel luglio 2024 dopo mesi di scontri politici seguiti alle elezioni dell’anno precedente. Il PVV di Geert Wilders, partito di estrema destra e contrario all’immigrazione, è quello con il maggior numero di parlamentari. Gli altri membri, che tecnicamente fanno ancora parte della coalizione, sono il VVD, partito conservatore-liberale, il Movimento dei Contadini (BBB) e il partito centrista Nuovo Contratto Sociale.

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Gli ex partner di coalizione di Wilders lo hanno accusato di aver orchestrato la crisi. Il leader del VVD Dilan Yesilgoz ha definito la sua mossa “super irresponsabile”, aggiungendo: “Non si trattava affatto di problemi di asilo facile.  Mona Keijzer vice primo ministro del BBB ha aggiunto che Wilders stia tradendo i Paesi Bassi”.

Il partito socialista all’opposizione ha affermato che il Paese è stato “liberato da una situazione di ostaggio politico”, con il leader Jimmy Dijk che ha definito la coalizione di governo “quattro partiti di destra litigiosi che non fanno nulla”.

Sandra Phlippen, capo economista della banca ABN AMRO, ha affermato che l’impatto economico immediato del crollo del governo sembra minimo perché durante i suoi mesi di mandato il governo “non ha praticamente elaborato alcun piano concreto su temi economici”.

In Olanda probabili elezioni in autunno

Anche i media olandesi non sembrano impressionati dagli sviluppi: il quotidiano NRC ha affermato che il governo “che avrebbe dovuto difendere i cittadini è stato distrutto dall’amatorialità e dall’incompetenza”.

Secondo Armida van Rij, responsabile del programma Europa presso Chatham House, Wilders voleva che il governo cadesse perché il sostegno al suo Partito della Libertà continua a diminuire nei sondaggi. Rovesciando la coalizione sulla questione dell’asilo, è probabile che Wilders la metterà al centro della sua campagna elettorale in vista delle elezioni anticipate che potrebbero essere indette molto presto e spera di imitare il “miracolo polacco”.

Tuttavia, dato che il suo partito è stato responsabile dell’asilo e dell’immigrazione per quasi un anno, non ci sono garanzie che questa scommessa pagherà. I ministri si riuniranno questo pomeriggio per una riunione di emergenza e si prevede che il primo ministro Schoof presenterà le dimissioni del governo al re Willem-Alexander entro la fine della giornata. Secondo i media olandesi, le nuove elezioni potrebbero tenersi in autunno. Un’altra opzione per Schoof è quella di rimanere alla guida di un governo di minoranza, anche se in tal caso i partiti di centro-destra e di destra dovrebbero formare alleanze ancora più instabili con l’opposizione liberale di sinistra per approvare le leggi. Ciò è improbabile e Frans Timmermans, dell’alleanza tra laburisti e verdi, ha già chiesto nuove elezioni, sperando di ottenere un migliore ritorno dalle urne.