Due fratelli, un intervento straordinario e un primato regionale: all’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata (Aoui) di Verona è stato eseguito il primo trapianto di rene da donatore vivente interamente robotico in Veneto. Un’operazione che segna un’importante evoluzione nella chirurgia trapiantologica, grazie all’integrazione di competenze multidisciplinari e tecnologie d’avanguardia.
L’intervento si è svolto nei giorni scorsi presso l’ospedale di Borgo Trento. Nella stessa giornata, il rene sano è stato prelevato dal donatore e immediatamente trapiantato nel ricevente, entrambi fratelli di mezza età. La procedura, eseguita interamente per via mininvasiva, ha richiesto un’incisione di appena sei centimetri, a fronte di un organo di circa quattordici. Un risultato che riduce in maniera significativa il trauma chirurgico e accelera il recupero post-operatorio.
In Italia ogni anno vengono effettuati circa 2.500 trapianti di rene, rendendolo l’intervento di trapiantologia d’organo più frequente. Tuttavia, i trapianti da donatore vivente rappresentano ancora una percentuale contenuta, intorno al 10-15% del totale, pur offrendo numerosi vantaggi in termini di tempi d’attesa e risultati clinici.
Un risultato frutto di un percorso di lunga esperienza
Il traguardo raggiunto a Verona è il risultato della sinergia tra l’Urologia e la Chirurgia dei trapianti renali, entrambe dirette dal professor Alessandro Antonelli, che ha guidato l’équipe multidisciplinare coinvolta. L’Aoui di Verona vanta infatti una lunga tradizione nella trapiantologia renale, avviata nel 1968 dal professor Confortini e culminata oggi con oltre 3.000 trapianti eseguiti. Proprio l’esperienza consolidata nella chirurgia robotica urologica ha consentito di estendere con successo queste tecniche anche al complesso ambito dei trapianti.
Ad oggi, solo pochi centri italiani hanno intrapreso programmi di trapianto renale robotico: oltre a Verona, si contano i poli di Firenze Careggi e Bari Policlinico.
L’intervento nel dettaglio
La procedura ha previsto, subito dopo il prelievo dell’organo, una fase delicata di preparazione chirurgica cosiddetta “da banco”, indispensabile per predisporre il rene al trapianto. Successivamente, tramite la chirurgia robotica, è stata effettuata l’incisione mininvasiva e, grazie alla precisione millimetrica offerta dal sistema robotico, sono stati eseguiti i complessi raccordi vascolari e la ricostruzione della via urinaria. Nonostante il supporto tecnologico, le fasi più delicate del posizionamento richiedono comunque la competenza e la sensibilità dell’équipe chirurgica.
Un lavoro di squadra ad alta specializzazione
Coordinata dal professor Antonelli, l’équipe ha coinvolto professionisti di quattro diverse Unità operative. Per la Chirurgia dei trapianti di rene: i dottori Gabriele Ugolini, Francesco Nacchia, Momo Rostand, la dottoressa Paola Donato e il coordinatore infermieristico Filippo Zanolli. Per l’Urologia, il dottor Giovanni Corghi. Per la Nefrologia, i dottori Stefano Andreola e Chiara Caletti. Fondamentale anche il contributo dell’équipe anestesiologica e di terapia intensiva post-operatoria, con il direttore Paolo Persona, il dottor Simone Priolo, l’infermiere anestesista Alberto Adami e l’infermiera strumentista Monica Ganzaroli.
Durante la presentazione ufficiale erano presenti il direttore generale Aoui Callisto Marco Bravi, il direttore sanitario Matilde Carlucci, il professor Alessandro Antonelli e l’intera équipe coinvolta.
«Con questo intervento pionieristico – ha sottolineato il direttore generale Bravi – l’Aoui di Verona entra a far parte di un ristretto gruppo di centri trapiantologici d’eccellenza. La nostra Azienda, già fortemente orientata alla chirurgia, dimostra così la propria propensione all’innovazione e al progresso assistenziale. Grazie anche all’utilizzo di tre piattaforme robotiche tra loro concorrenziali, riusciamo a contenere i costi e a reinvestire i risparmi, pari a circa due milioni l’anno, nell’espansione della chirurgia mininvasiva in ulteriori ambiti specialistici».
«Abbiamo eseguito il primo trapianto renale robotico in Veneto – ha spiegato il professor Antonelli – sia il prelievo che l’impianto sono avvenuti per via robotica, senza le tradizionali incisioni chirurgiche. La precisione della robotica nelle ricostruzioni vascolari e urinarie consente benefici significativi per il paziente, con un decorso post-operatorio più rapido e meno doloroso. Inoltre, questa tecnologia potrebbe incentivare ulteriormente la donazione da vivente, rendendo l’intervento meno impattante per chi dona».
«Un’operazione complessa – ha aggiunto il direttore sanitario Carlucci – che richiede l’armonia di tante professionalità altamente formate. Il costante investimento nella formazione rappresenta un pilastro della nostra Azienda, permettendoci di sviluppare ed applicare con successo queste tecniche innovative».
Con questo intervento l’Aoui di Verona si conferma punto di riferimento nazionale, proiettato verso una sempre più sofisticata integrazione tra sapere medico e tecnologia avanzata.