Non tarda ad arrivare la presa di posizione del consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Stefano Casali, in merito alla possibile riconferma di Alessia Rotta nel Consiglio di Amministrazione dell’Autostrada A22 da parte del sindaco Damiano Tommasi.
«Abbiamo appreso dalla stampa l’intenzione del sindaco di rinnovare la nomina della dottoressa Rotta nel CdA della A22», ha esordito Casali, ricordando che l’attuale assessore ha già assunto questo incarico in passato, subentrando dopo le dimissioni dell’ex assessore Sandrini. «Se inizialmente la prosecuzione del mandato in A22 poteva trovare una sua giustificazione politica, oggi risulta difficile comprendere la volontà di affidare nuovamente un doppio incarico così impegnativo a un assessore comunale che già detiene deleghe rilevanti.»
Secondo Casali, la decisione appare ancor più discutibile considerando la possibilità di coinvolgere figure esterne alla maggioranza. «Anche qualora nel Partito Democratico mancassero profili adeguati, il sindaco avrebbe potuto valutare, come accaduto per la Fiera di Verona, l’ingresso di esponenti del centrodestra, favorendo una più ampia rappresentanza istituzionale — tanto più in vista delle elezioni amministrative del 2027, quando il centrodestra, ne siamo certi, tornerà a governare Verona.»
Il consigliere regionale ha poi sottolineato il peso strategico dell’A22, infrastruttura nevralgica non solo per la mobilità, ma anche per il comparto turistico, in quanto snodo fondamentale tra il Veneto e il Nord Europa. «È essenziale garantire che ogni ruolo gestionale in ambito autostradale venga esercitato con il massimo impegno e disponibilità.»
Infine, Casali si è rivolto direttamente ad Alessia Rotta: «Confidiamo nella sua responsabilità e nella sua riconosciuta serietà, affinché rifletta sull’opportunità di mantenere due incarichi così gravosi. Un assessore deve poter dedicare tutte le proprie energie all’amministrazione cittadina. Diversamente, non solo le forze di opposizione, ma anche i cittadini veronesi avrebbero validi motivi per sentirsi, almeno, delusi.»