Le proposte di utilizzare l’Arsenale in questi 30 anni
( g.d.) L’Arsenale dopo che è stato dismesso dall’esercito nell’ormai lontano 1994 versa in uno stato d‘abbandono.
Nel corso degli anni sono state fatte diverse proposte per il suo utilizzo. Prima in ordine di tempo fu quella del sen. Paolo Danieli che, d’accordo con il comando dell’Arma, aveva pensato di destinare la palazzina a comando e l’area retrostante al Comando provinciale dei Carabinieri che oggi si trova in via Salvo D’Acquisto in una posizione piuttosto sacrificata in mezzo ai condomini. Scelta che avrebbe anche dato sicurezza a tutta un’area che oggi, specie la sera, certamente sicura non è.

Poi con Michela Sironi sindaco arrivò il progetto Chipperfield, per farne una cittadella museale. Anche le successive proposte rimasticavano sempre la destinazione a museo.
Venne poi il progetto più interessante, portato avanti da Tosi, che per rendere sostenibile la riqualificazione aveva coinvolto dei privati in modo che la destinazione fosse mista, a carattere socio-culturale e commerciale. Ma non ci fu il tempo per realizzarlo in quanto il 2° mandato di Tosi finì.
Sboarina lo cancellò. E la preziosa opera di architettura militare asburgica è ancora lì, senza un progetto vero e proprio, ma con degli interventi di restauro che, come rilevato dal consigliere di FI Alberto Bozza, procede a spizzichi e bocconi grazie ai finanziamenti europei e a quelli ereditati dall’ultima giunta Tosi, ma l’amministrazione Tommasi non ha per nulla le idee chiare sul dopo, quindi sul futuro e la destinazione d’uso dell’Arsenale”, dice Bozza, consigliere regionale, assieme ai consiglieri comunali forzisti Luigi Pisa e Salvatore Papadia, presenti ieri con la collega della Lista Tosi Anna Bertaia nel sopralluogo della 4ª commissione consiliare.
Secondo Bozza, Pisa e Papadia “bene ospitare un villaggio olimpico nel 2026 nella Corte Est, ma poi? Non è ben chiaro cosa ci sarà dopo, si parla di un museo e spazi di promozione sportiva, ma tutto è molto fumoso. Ma è complessivamente sull’intero spazio che manca un progetto preciso e con le adeguate coperture finanziarie. Si procede giorno per giorno, in attesa degli eventi, ma così si rischia di fare un pasticcio e soprattutto di non valorizzare adeguatamente il compendio, anche nella fase attuale di restauro”.
L’amministrazione Tommasi, concludono , “è in sella da tre anni, eppure non c’è uno straccio di idea sul recupero di uno spazio così importante per la città. Si percepisce un’improvvisazione di fondo, un mix di impreparazione e inadeguatezza. Non si coinvolgono i privati e non si presenta un disegno alternativo, con tanto di progetto economico-finanziario a sostenerlo. L’ultimo progetto sostenibile e serio presentato è dell’amministrazione Tosi”.