Secondo i dati Inps sulle assistenti familiari per la prima volta a livello nazionale le badanti superano le colf.  E precisamente 413.161 contro 404.242 . Dati 2024.

La diminuzione del numero complessivo dei contratti, 817.403 2024 contro gli 840.439 del 2023 dipende certamente daal fatto che molte assistenti familiari sfuggono alle statistiche perché lavorano in nero, ma è anche diminuita la disponibilità a svolgere questo lavoro. Infatti la metà delle badanti ha dai 55 anni in su, perché sempre meno giovani sono disponibili ad intraprendere questo mestiere.

Più badanti che colf anche a Verona

Una tendenza che a Verona s’era manifestata fin dal 2018.

Oggi nella nostra provincia le badanti sono 6.978 e le colf 5.955, per un totale di 12.933 assistenti famigliari, in riduzione rispetto alle 13.244 del 2023 con un maggioranza tra le badanti delle over 55. Le over 65 sono cresciute da 155 del 2015 a 954 del 2024; nella fascia 60-64 anni, da 573 del 2015 a 1.248 del 2024; nella fascia 55-59 anni da 1.045 del 2015 a 1.405 del 2024.
Solo il 30% delle badanti -contro quasi il 60% delle colf – risulta lavorare tutto l’anno. 

Per la Cgil Spi però i conti non tornano: su un bacino potenziale stimabile di almeno 60 mila anziani non autosufficienti, nel veronese risultano 7 mila badanti, 5.700 circa posti letto nelle Rsa; circa 2 mila persone assistite a domicilio. Il bisogno di assistenza agli anziani è così forte e pronunciato che in molte parti del Paese le indagini rilevano spesso un “ritorno” delle giovani donne al lavoro di cura non retribuito.

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“Questi dati confermano che il carico dell’assistenza alle persone non autosufficienti è sulle spalle delle famiglie che non vengono aiutate a sufficienza” è il commento di Adriano Filice, segretario generale Spi Cgil Verona. “Ad esempio in fase di dichiarazione dei redditi, il sostegno economico in termini di detrazioni è assolutamente insufficiente. E’ necessario un grande intervento sull’assistenza domiciliare sotto tutti i punti di vista: sostegni economici; incentivi fiscali; potenziamento della rete di servizi territoriali”.

“È pertanto necessario leggere questi dati con grande preoccupazione perché il bisogno di assistenza con gli anni avrà una crescita costante e moto forte – conclude Filice –. Considerando che già adesso è problematico trovare persone che svolgono questo lavoro gravoso, bisogna mettersi nell’ordine delle idee che con il cambiamento dei flussi di immigrazione, la disponibilità da parte dei lavoratori e lavoratrici stranieri è destinata a contrarsi ulteriormente”.