Si è svolta oggi, presso il Comune di San Bonifacio, un’assemblea molto partecipata delle assistenti sociali del Distretto 2 della Provincia, dalla quale però è emersa una forte delusione e preoccupazione.

Le lavoratrici denunciano il totale mancato coinvolgimento da parte dei sindaci per la possibile nascita nell’Ambito Territoriale Sociale dello stato giuridico di Azienda Speciale, anziché Consorzio, nonostante abbiano più volte richiesto un confronto con la parte politica per esporre le proprie osservazioni e timori.

L’ATS è un servizio istituzionale indispensabile, finanziato dai Comuni, volto a rispondere alle crescenti fragilità sociali. I trasferimenti statali agli enti locali sono in costante diminuzione. Ciò si riflette sulla qualità e tenuta di molti servizi. Una nuova struttura, con i costi aggiuntivi legati a presidenza, direzione, consiglio di amministrazione, sede, automezzi e gestione, potrà davvero essere sostenibile senza ripercussioni sulla qualità dell’assistenza?

Su questo sono tutti d’accordo: Cgil, Cisl e Uil.

Per le assistenti sociali l’Azienda Speciale sarebbe un altro carrozzone

“Le assistenti sociali temono un netto peggioramento delle proprie condizioni professionali e contrattuali. È mancato totalmente il confronto. Sarebbe stato preferibile optare per una soluzione giuridica più istituzionale, come un consorzio, che avrebbe garantito maggiore trasparenza, tutela per le lavoratrici e servizi pubblici davvero al servizio delle persone”.

Durante l’assemblea è emersa preoccupazione. Alcune professioniste stanno valutando di abbandonare. Un danno per l’intera società, che rischia di perdere competenze preziose, maturate in anni di esperienza sul campo e radicate nella conoscenza dei bisogni delle comunità locali.

I sindacati denunciano il pericolo di una delegittimazione del ruolo pubblico nella gestione dei servizi sociali, che rischia di trasformare ciò che dovrebbe essere cura e attenzione alla persona in un’operazione burocratica e distante, con effetti negativi sul benessere della collettività.
Delegarli all’ennesimo carrozzone, distante dai bisogni reali delle persone e delle lavoratrici che ogni giorno, con passione e professionalità, si prendono cura delle persone di questo territorio è un errore.

In accordo con le assistenti sociali Cgil, Cisl e Uil hanno richiesto un altro incontro ai Sindaci del Distretto 2 per aprire un confronto vero, prima che decisioni affrettate compromettano definitivamente la qualità e la tenuta del sistema di welfare locale.