Scatta da oggi, con la fine del periodo di pre-esercizio, l’attivazione ufficiale del sistema PhotoRed, il dispositivo che rileva e sanziona il passaggio con il semaforo rosso in quattro incroci strategici della città. A partire dalla mezzanotte di ieri sera, le violazioni registrate sono soggette a multa.
Le postazioni operative si trovano in:
- viale Colombo all’intersezione con via Da Vico;
- via Faccio con Breccia Cappuccini;
- via Barana in prossimità di Porta Vescovo;
- viale Venezia all’altezza dell’incrocio per Porto San Pancrazio.
Dopo quattro settimane di sperimentazione tecnica, durante le quali le infrazioni sono state monitorate senza ricadute sanzionatorie, i dati parlano chiaro: oltre 500 violazioni settimanali per ciascun incrocio, considerando una sola direzione per ciascun punto. “Un numero ancora troppo elevato – sottolinea l’assessora alla Sicurezza, Stefania Zivelonghi – che ci spinge a richiamare al rispetto delle regole e al senso di responsabilità di tutti gli automobilisti”.
Le sanzioni previste partono da 167 euro per le violazioni commesse durante il giorno, con possibilità di riduzione del 30% se il pagamento avviene entro cinque giorni. In fascia notturna (dalle ore 22 alle 7), l’importo sale a 222,67 euro. Alla sanzione economica si somma la decurtazione di 6 punti dalla patente, che raddoppiano a 12 punti per i neopatentati.
In caso di recidiva entro un biennio, oltre alla sanzione e alla sottrazione di punti, è prevista anche la sospensione della patente da uno a tre mesi.
Per facilitare la gestione delle multe, il Comune ricorda che, tramite l’app IO, è possibile ricevere l’avviso direttamente sul proprio dispositivo mobile, consultare rapidamente il verbale ed eventualmente beneficiare dello sconto previsto.
L’introduzione delle sanzioni rappresenta una misura concreta per aumentare la sicurezza stradale e ridurre il numero di incidenti causati da comportamenti irresponsabili agli incroci semaforici. Il messaggio delle istituzioni è chiaro: il rispetto del semaforo rosso non è solo un obbligo di legge, ma una questione di sicurezza collettiva.