Si accende lo scontro politico attorno alla gestione della manutenzione stradale nel centro storico di Verona. La I Circoscrizione, guidata da una maggioranza di centrosinistra, ha infatti bocciato all’unanimità – maggioranza e opposizione compatte – la proposta avanzata da Palazzo Barbieri di stanziare 200mila euro per la sistemazione delle buche nelle strade del centro.

Una decisione che, secondo il movimento civico Verona Domani, rappresenta un fatto senza precedenti, destinato ad aprire una nuova crepa nei già complessi equilibri della coalizione che sostiene il sindaco Damiano Tommasi.

«Siamo di fronte a una situazione politicamente imbarazzante – dichiarano Paolo Rossi, consigliere comunale, e Giuliano Occhipinti, ex presidente della I Circoscrizione, entrambi esponenti di Verona Domani –. Mai era successo che una maggioranza circoscrizionale, peraltro della stessa area politica che governa la città, votasse compatta contro una proposta dell’amministrazione comunale. Un fatto grave, che conferma le spaccature interne al centrosinistra veronese».

Nel mirino del movimento di centrodestra ci sono non solo le risorse giudicate insufficienti per affrontare l’emergenza buche, ma anche lo stato complessivo di degrado in cui versa il centro storico. «Le strade sono piene di voragini – sottolineano Rossi e Occhipinti –. Ci troviamo di fronte a un problema che riguarda non solo il decoro urbano ma anche la sicurezza dei cittadini. Marciapiedi rotti, erbacce ovunque e incuria generale peggiorano ulteriormente la situazione. Di fronte a questa emergenza, i 200mila euro proposti dal Comune sono stati considerati dalla stessa maggioranza della I Circoscrizione come una risposta del tutto inadeguata».

La bocciatura, per Verona Domani, suona come un vero e proprio atto d’accusa nei confronti del sindaco e della sua giunta. «Siamo curiosi di sapere – concludono Rossi e Occhipinti – cosa risponderanno il sindaco Tommasi e l’assessore Benini ai loro, si fa per dire, compagni di coalizione. Noi restiamo in attesa, ma è evidente che la maggioranza traballa».