(Giorgio Massignan) Colgo l’occasione dell’indagine milanese sugli sviluppi urbanistici del capoluogo lombardo, per spendere alcune osservazioni su un metodo di pianificare il territorio che ha tolto parecchia influenza agli interventi pubblici in favore di quelli privati. Non intendo discutere sulle eventuali operazioni immobiliari abusive, e sui loro presunti responsabili, ma analizzare brevemente il sistema di pianificazione territoriale definito da logiche legate alla rendita e al mercato immobiliare.
Aver delegato agli investitori privati, anche attraverso le “manifestazioni d’interesse” le scelte d’uso del territorio, ha penalizzato il concetto di spazi urbani pubblici e ridotto i tecnici e gli urbanisti a una sorta di notai di decisioni altri prese altrove. L’intreccio tra pubblico e privato, con il primo costretto a contare su risorse inferiori rispetto al secondo, non ha permesso e non permette una visione complessiva della trasformazione della città e ha suggerito e suggerisce la realizzazione di singoli interventi, isolati rispetto a un contesto urbano organico.
Gli interventi episodici e le troppe deroghe edilizie hanno contribuito e contribuiscono a creare il caos urbanistico nelle città.
L’evolversi urbano avrebbe bisogno di una cultura e di una prassi oggettiva e sostenibile e non essere il prodotto tra il fattore politico-amministrativo e quello economico-imprenditoriale, con il secondo, attualmente, più forte. Diventa quindi necessario risolvere il problema normativo, per riformare la legislazione urbanistica nazionale e quella del governo del territorio. Servirebbe una gestione pubblica autorevole, in grado di regolare le richieste degli investitori privati con una pianificazione indirizzata alla realizzazione di una città per i cittadini.
I recenti progetti approvati o in fase di approvazione della Giunta Tommasi-Bissoli, non appartengono ad un sistema organico di pianificazione del territorio.
Marangona
La decisione di edificare edifici per la logistica alla Marangona, non ha tenuto conto dei 165.000 mq edificabili all’interno del Quadrante Europa, che avrebbero potuto evitare la cementificazione della stessa Marangona.
Onda Surf
Il recente progetto di “Onda Surf”, cioè di una grande piscina con le onde prodotte artificialmente per praticare il surf, oltre a 600 posti auto, ad una serie di bungalow turistici e ad un ristorante; da realizzarsi alla Bertacchina, una zona agricola di 13 ettari, dei quali 3,8 saranno impermeabilizzati, non risponde ai reali bisogni della collettività e aumenta il consumo di suolo agricolo.
Studentato
L’approvazione in giunta, nonostante il parere contrario della circoscrizione, alla realizzazione di uno studentato di 4 piani per ospitare 139 posti letto, con un bar e un ristorante-mensa in Quartiere Pindemonte, non ha tenuto conto dei tanti edifici dismessi che, se rigenerati, avrebbero potuto svolgere la stessa funzione senza occupare uno dei pochi e ultimi fazzoletti verdi della città.
Le deroghe al cambio di destinazione d’uso in alberghiera di vari edifici del Centro Storico, non favoriscono il ritorno dei residenti, ma aumentano il turismo.
Se si valuta che questi interventi sono proposti e approvati o in fase di esserlo, durante gli studi del PAT, si può capire come la pianificazione nella nostra città sia realizzata per progetti singoli e non attraverso un sistema territoriale coordinato.
Purtroppo, questa amministrazione, come del resto le precedenti, ritiene corretto favorire le esigenze degli investitori privati, a danno della collettività e dell’equilibrio urbanistico.