Riaprire Palazzo Forti e trasformarlo in un polo culturale di riferimento per l’arte contemporanea: questo l’obiettivo ambizioso ma concreto promosso da ArtiVer – Rete per un ecosistema dell’arte contemporanea, con il sostegno del Comune di Verona e il coinvolgimento di numerosi attori pubblici e privati. Un progetto che punta a colmare una lacuna storica della città e a rilanciarne il ruolo nel panorama artistico nazionale e internazionale.

A maggio, il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità la mozione n. 457, impegnando sindaco e giunta a riaprire Palazzo Forti – di proprietà della Fondazione Cariverona e in gestione al Comune fino al 2030 – restituendolo alla vita culturale cittadina come centro espositivo per l’arte contemporanea. Si tratta di un segnale politico forte, che riconosce la necessità di superare un vuoto d’offerta non più sostenibile in una città d’arte come Verona.

«È un’occasione unica, concreta e sostenibile – afferma Alberto Battaggia, presidente di ArtiVer e della Commissione cultura del Comune –. Verona ha bisogno di un centro d’eccellenza per il contemporaneo e Palazzo Forti ha tutte le caratteristiche per diventarlo: posizione centrale, struttura già predisposta, esperienza storica, e una rete di realtà competenti e attive pronta a supportarne la rinascita».

ArtiVer ha presentato nei mesi scorsi alle istituzioni il documento “Linee progettuali per la costituzione del Centro di cultura e arte contemporanea Palazzo Forti”, delineando un modello operativo condiviso e autosufficiente. Tra i suoi punti di forza: costi di riapertura contenutimodello economico sostenuto dai flussi turistici, una rete professionale consolidata e un potenziale espositivo unico nel territorio compreso tra Milano e Venezia, Rovereto e Bologna.

Perché Palazzo Forti?

  • Posizione strategica: nel cuore della città, in un’area ad alta attrattività turistica.
  • Spazi già idonei: edificio di pregio, ampio e strutturato per ospitare mostre, eventi e attività culturali.
  • Valore simbolico e funzionale: centro storico dell’arte a Verona, da restituire alla cittadinanza e ai visitatori come contenitore dinamico e innovativo.
  • Sostenibilità e governance: tempi rapidi e costi sostenibili grazie a una possibile fondazione di partecipazione tra Comune, Cariverona e altri soggetti culturali.

Una rete già attiva

Costituita il 12 dicembre 2024ArtiVer coinvolge attori istituzionali e privati del territorio:

  • Comune di Verona con Musei Civici-GAM,
  • Veronafiere – ArtVerona,
  • Associazioni Contemporanea Verona e Artena,
  • Accademia di Belle Arti Statale di Verona e Accademia Giambettino Cignaroli,
  • Società Belle Arti Verona,
  • Associazione Urbs PictaIn Habitat ApsArchivio Tommasoli,
  • Le Macchine Celibi Impresa Sociale.

La rete si propone di sviluppare un programma culturale poliennale, con attività espositive, formative e di rigenerazione urbana. Tra gli spazi individuati per future iniziative anche il Silos di Levante a Santa Marta e altre aree postindustriali della città.

Le prime iniziative

Dal 5 al 7 giugno si è svolta “Artinrete”, la prima manifestazione promossa da ArtiVer, che ha coinvolto gallerie, collezioni private e istituzioni culturali della città, tra cui:

  • Galleria d’Arte Moderna Achille Forti,
  • Collezione De Iorio,
  • Casa Museo Palazzo Maffei,
  • Museo del Contemporaneo dell’Università di Verona,
  • ArtVeronaArt Eataly-Earth Foundation,
  • Il Meccanico.

L’evento, realizzato con il sostegno del Comune di Verona e il patrocinio di Confcommercio e Confesercenti, ha dimostrato la vitalità del tessuto culturale veronese e la prontezza del territorio a sostenere un progetto stabile e ambizioso. “Riaprire Palazzo Forti non è solo un atto culturale, è una scelta di visione – conclude Battaggia –. È l’occasione per restituire centralità all’arte contemporanea e per valorizzare Verona come luogo di sperimentazione, creatività e cultura diffusa”.

Un progetto concreto, una rete solida, un’opportunità storica: il futuro dell’arte contemporanea a Verona potrebbe cominciare da Palazzo Forti.