( p.d.) Per le Regionali non si sa ancora niente. Nemmeno la data delle elezioni che probabilmente si faranno a novembre. Ma anche su questo non c’è niente di certo.
Due vertici a Roma fra Meloni, Salvini, Tajani e Lupi e due fumate nere. Devono trovare la quadra i leader del centrodestra. E il Veneto, che dal punto di vista politico ed economico è la regione più pesante di quelle che vanno al voto, costituisce il nodo più difficile da sciogliere.

L’unico punto fermo è che Zaia non potrà correre come presidente. Ma questo lo si sapeva già più di non anno fa. Però Zaia continua a costituire un problema. Farà una sua lista comunque come vogliono i suoi aficionados? Non la farà? E se lui volesse, gli alleati glielo permetteranno sapendo che cannibalizzerebbe gli altri partiti del centrodestra, Lega in primis?
E, sempre parlando del governatore, che cosa gli facciamo fare dopo le elezioni? Il Ministro? E al posto di chi? Chi cacciamo via dal governo per fare posto a Zaia? O forse è meglio dargli un grosso ente? Magari le Poste? E intanto il tempo passa.
Ma il problema non è solo Zaia, del cui futuro, sinceramente, non interessa.
C’è il nodo più importante: a chi la presidenza? La Lega continua a dire che la vuole per ragioni storiche. Perché il leghismo è nato in Veneto. Perché ‘squadra che vince non si cambia’. Perché ha tanti sindaci ed è radicata sul territorio più di tutti gli altri partiti alleati. Tutte motivazioni ragionevoli. Ma è ragionevole anche quello che rispondono i fratelli d’Italia: siamo noi il primo partito. Siamo noi che abbiamo più voti e quindi tocca a noi. E non è che Forza Italia stia a guardare, perché, dice Tajani, Tosi, quantomeno per esperienza politica, sarebbe in grado di fare il presidente meglio di tutti.

Senza contare che sul tavolo nazionale non c’è solo il Veneto, ma ci sono anche la Campania, le Marche, la Puglia, la Toscana e la Valle d’Aosta.
Ed ecco allora che s’inserisce un altro tema, quello delle eventuali compensazioni. Io dò il Vento a te e tu in cambio mi lasci la Lombardia. La Toscana no, perché tanto lì vince la sinistra. Allora la Puglia. Mah…ne parliamo al prossimo vertice.
E nel frattempo incombe Agosto con le ferie. Rito irrinunciabile nella società consumista. Ne riparliamo a settembre. Poi ci saranno da fare anche le liste dei vari candidati consiglieri. E anche per queste sarà necessario sapere se ci sarà una lista del presidente o meno. Ma bisogna aspettare. E i mesi passano. Ma ai partiti va bene così. Meglio se si decide tutto all’ultimo momento. Così gli esclusi non hanno più il tempo di prendere contromisure.
