Il capolavoro verdiano per eccellenza è pronto a riprendersi la scena: venerdì 8 agosto debutta all’Arena di Verona “Rigoletto”, quinto e ultimo titolo a entrare nel cartellone del 102° Opera Festival. Un ritorno attesissimo, a otto anni dall’ultima ripresa, con quattro rappresentazioni programmate fino alla serata conclusiva del 6 settembre.

Per questo nuovo ciclo, Fondazione Arena rispolvera l’allestimento storico che omaggia le origini areniane dell’opera: le grandi tele dipinte ispirate ai bozzetti di Ettore Fagiuoli ricreano fedelmente la Mantova dei Gonzaga, tra le sponde del Mincio, il Castello di San Giorgio e le sontuose stanze di Palazzo Te. Una produzione che unisce tradizione scenografica, maestranze esperte, costumi storici e la direzione registica di Ivo Guerra, con il supporto delle luci curate da Claudio Schmid.

A firmare la direzione musicale è Michele Spotti, giovane e già affermato direttore che torna in Arena dopo i successi di “Turandot” e “Carmina Burana”. Sul podio guiderà Orchestra e Coro maschile di Fondazione Arena, quest’ultimo preparato da Roberto Gabbiani, per l’unica opera verdiana priva di voci femminili nel coro.

Sul versante vocale, la serata inaugurale vede protagonista Ludovic Tézier nel ruolo del titolo, accanto al debutto areniano del tenore samoano Pene Pati come Duca di Mantova, figura affascinante e ambigua, tra le più celebri del repertorio tenorile. Nina Minasyan, già applaudita a Verona come Violetta, sarà Gilda, la figlia di Rigoletto. Completano il cast Gianluca Buratto (Sparafucile) e Martina Belli, al debutto in Arena come Maddalena.

La rotazione degli interpreti promette emozioni diverse in ogni serata: tra i grandi nomi attesi figurano Amartuvshin Enkhbat (22 agosto), Luca Salsi (30 agosto) e Youngjun Park (6 settembre) nel ruolo di Rigoletto. Accanto a loro, Rosa Feola sarà Gilda nella recita del 22 agosto, mentre Erin Morley debutterà il 30 agosto e il 6 settembre. Il ruolo del Duca passerà da Pene Pati, titolare delle prime tre recite, a Galeano Salas per la serata finale.

“Rigoletto” rappresenta per Verdi una svolta artistica e personale: la sua “opera migliore”, capace di sfidare la censura e i codici morali dell’epoca grazie a personaggi intensi, emozioni estreme e una struttura teatrale moderna. La partitura, tratta dal dramma “Le Roi s’amuse” di Victor Hugo, è impreziosita dai versi di Francesco Maria Piave e ha sancito la definitiva maturità compositiva del Maestro.

Con oltre un secolo di storia areniana, “Rigoletto” è il settimo titolo più rappresentato del Festival, con 106 recite all’attivo e undici allestimenti differenti. L’edizione 2025 segna anche un primato: sarà la prima volta che l’opera chiuderà il Festival, nella suggestiva notte del 6 settembre.

I biglietti per tutte le date sono disponibili sul sito arena.it, sui canali social ufficiali e su Ticketone, con riduzioni speciali per under 30 e over 65. Un’occasione imperdibile per assistere a un classico del melodramma in una cornice unica al mondo.

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