Valdegamberi: ogni bambino ha diritto di avere una mamma e un papà
“La decisione del sindaco Tommasi, che ha trascritto all’anagrafe i figli di una coppia di mamme, è un avvalorare la negazione del diritto naturale di ogni bambino di avere un papà e una mamma. La negazione da parte degli adulti (la parte forte e consenziente) nei confronti dei bambini rappresenta una forma di discriminazione contro i bambini stessi. Eppure, i papà naturali esistono, non sono fantasmi. Perché viene negato al bambino il diritto di conoscerli? La natura ha portato a due generi: uno maschile e uno femminile, diversi e complementari. Il bambino ha bisogno sia del papà che della mamma: negare a priori questo diritto è un atto discriminatorio degli adulti nei confronti dei bambini”. Così il consigliere regionale del Gruppo misto Stefano Valdegamberi.

Zavarise. Il voltafaccia di Tommasi: dalla Chiesa alle famiglie arcobaleno
«Il sindaco Tommasi si è presentato ai suoi elettori come esponente della religione cattolica, riconoscendosi nei valori della famiglia naturale, madre e padre, come pilastro della comunità. Non a caso, è stato accolto e ha trovato sostegno nelle parrocchie e nelle associazioni cattoliche; certe di avere un sindaco che difendesse un’idea di famiglia naturale. Oggi, invece, scopriamo che Tommasi ha preso in giro molti dei suoi elettori. E che la sua azione politica si muove in direzione diametralmente opposta, piegata a istanze ideologiche ben precise e completamente diverse».
Spiega Zavarise, consigliere comunale della Lega: “Tommasi con le ultime posizioni assunte è diventato il paladino delle cosiddette famiglie arcobaleno, arrivando addirittura a intestarsi la responsabilità politica e personale di atti che fino a poco tempo fa erano terreno di un acceso dibattito giuridico e parlamentare. Un voltafaccia innegabile rispetto al mondo cattolico che lo ha sostenuto. Il sindaco parla di responsabilità personali, ma in realtà scarica sulle istituzioni cittadine una scelta che ha ricadute profonde sul tessuto sociale ed educativo della città.

Non si tratta di un atto neutro di burocrazia, bensì di un messaggio politico chiaro: a Verona, sotto la sua amministrazione, il concetto di famiglia viene riscritto. Lecito quindi chiedersi: i cattolici che hanno riposto fiducia in lui sono pronti a farsene carico? Tommasi non può continuare a presentarsi come l’uomo delle parrocchie” continua Zavarise “e allo stesso tempo farsi portabandiera di un’idea di famiglia che contrasta con la dottrina della Chiesa. La coerenza non è un optional, soprattutto per chi ha raccolto voti sulla fiducia di un elettorato cattolico».
«E’ innegabile che Tommasi non ha vinto le elezioni grazie al mondo Lgbt+, ma grazie a un voto cattolico diffuso; di famiglie, associazioni, parrocchie. Oggi quel voto è tradito” afferma Zavarise.

