Cala del 20% la domanda di posti letto per universitari. Ma si continuano a fare studentati

(Giorgio Massignan) A Verona dovrebbero sorgere circa 1.400 nuovi posti letto.
– A ca’ di David l’ex torre Biasi ospiterà  92 posti letto. 
– A Veronetta, in via Nicola Mazza, 126 posti letto dell’Esu.
– Ai Filippini, in vicolo Oratorio, 72 posti letto.
– In Borgo Venezia, nell’ex sede della Croce Verde, 120 posti. 

 
– A San Michele, un edificio con 93 posti letto. 
In Zai, in via Tolomeo, altri 120 posti letto.
– Nell‘ex sede della Croce Rossa in via Giolfino, uno studentato da 240 posti. 
– A Ca’ di David, una struttura da 334 posti letto.  
– Nel quartiere Pindemonte, in via Sacchi a Verona, è stato approvato uno studentato per circa 140 posti letto.
– Probabilmente, l‘ex caserma Principe Eugenio a Porta Vescovo, sarà trasformata in uno studentato. 

breakfast 7229532 1280

 Consultando le graduatorie delle borse di studio pubblicate dall’Ateneo, si evince che Verona non è una città universitaria con un’alta percentuale di studenti fuori sede; di questi, quelli che hanno diritto a sostegno pubblico, sono meno di 600, e il 40% di loro resta comunque escluso dalle borse di studio per mancanza di fondi. 


Dai dati che l’ESU di Verona, ente per il diritto allo studio, pubblica sul suo sito, si legge che ad oggi dispone di 540 posti letto. 
Di questi, solo 370 risultano effettivamente assegnati a studenti aventi diritto
Per l’anno accademico 2025/26, il fabbisogno complessivo (studenti, dottorandi, visiting professors) è di circa 509 posti. 
In questi ultimi periodi, parecchi edifici di proprietà di fondazioni, di ordini religiosi o di privati, vengono riconvertiti in studentati. 
Alcuni chiedono convenzioni con l’ESU o l’Università, per accedere ai fondi del PNRR, che garantiscono 20.000 euro per ciascun posto letto messo a disposizione, per adeguare gli immobili. 

Ottenuti i finanziamenti, questi soggetti, tutelati dalle sovvenzioni e dalle convenzioni con enti pubblici, possono affittare i posti letto, pur nel rispetto delle norme, a prezzi di mercato o superiore.
Tranne accordi particolari (tipo studentato di via Sacchi) tra Comune e privati, trascorso il periodo minimo di 3 anni e scaduta la convenzione con l’ESU o con altri enti pubblici, gli edifici tornano sul mercato, seppure con degli obblighi di legge, oppure vengono trasformati in strutture ricettive turistiche.
Il timore che l’emergenza residenze per studenti possa nascondere un nuovo tipo di speculazione collegata con l’utilizzo turistico, è reale.