È trascorso un anno dalla conferenza stampa tenutasi il 14 giugno 2024 presso lo stadio Bentegodi, occasione in cui Fratelli d’Italia aveva espresso preoccupazione per le divisioni interne alla maggioranza Tommasi riguardo al futuro dell’impianto, alla luce della candidatura di Verona come città ospitante dei Campionati Europei di calcio del 2032.

A distanza di dodici mesi, nulla sembra essere cambiato. La Giunta continua a evitare risposte chiare su questioni considerate politicamente e civicamente rilevanti. Tra queste, la gestione delle 1.300 firme raccolte nel 2019 contro l’abbattimento dello stadio Bentegodi: secondo Luca Mascanzoni, coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia, «rappresentano ancora un impegno politico da onorare o sono diventate carta straccia?»

Le firme erano state raccolte con la partecipazione di esponenti oggi con ruoli di rilievo nell’Amministrazione, tra cui gli assessori Benini e La Paglia, il presidente del Consiglio Comunale Vallani e il presidente della Terza Circoscrizione Olivieri. Per questo, secondo Mascanzoni, è lecito chiedere quale sia oggi la loro posizione rispetto alla necessità di un impianto sportivo moderno, funzionale e conforme agli standard UEFA.

Verona si trova ora in una posizione favorevole per ospitare EURO 2032, non grazie a progetti o strategie comunali, ma per le criticità emerse nelle altre città candidate. Fratelli d’Italia solleva così dubbi sul possibile immobilismo della Giunta, bloccata dalle proprie contraddizioni interne.

Tra le questioni aperte, Mascanzoni segnala:

  • il sostegno della Giunta al cosiddetto “doppio gioco” di alcuni assessori che contestano pubblicamente ma restano al governo della città;
  • la necessità di valutare pragmaticamente se intervenire sullo stadio esistente o considerare la costruzione di una nuova struttura in un’area più strategica della città, indipendentemente dall’assegnazione definitiva dei campionati.

Con la ripresa dell’attività politica a settembre, Fratelli d’Italia chiede all’Amministrazione scelte chiare, trasparenza e coerenza, evitando «l’ennesimo teatrino delle ambiguità e delle posizioni mutevoli».

«Verona merita risposte. Non altri silenzi», conclude Mascanzoni.