Fra poco più di 4 anni altri 3 milioni di italiani andranno in pensione, il 12,5% della forza lavoro. L’allarme lo lancia la Cgia di Mestre, sempre impegnata a studiare le dinamiche economiche e sociali del paese. I dati sono di Unioncamere in collaborazione con il Ministero del Lavoro.

l 52,8% addetti del privato, il 25,2% del pubblico e il 21,9% lavoratori autonomi. Quasi tutti se ne andranno per limiti d’età, ma alcuni anche volontariamente. Inevitabili le ripercussioni di carattere sociale ed economico sul paese.

Lombardia, Lazio e Veneto le regioni con il maggior numero di abbandoni.

In Lombardia dovranno essere rimpiazzati 567.700 lavoratori. In Lazio 305.000 e in Veneto 291.200. 

Il fenomeno riguarda soprattutto il privato che in Lombardia vedrà smettere di lavorare il  64,6%. Segue l’Emilia Romagna con il 58,e il Veneto con il 56,5. I meno coinvolti, invece, saranno i lavoratori dipendenti privati. Nel Sud gli abbandoni saranno più limitati.

In paese sempre più vecchio le aziende si ruberanno i dipendenti migliori. Intanto i lavoratori sono sempre più vecchi.  Spesso i giovani  presentano un deficit educativo e di esperienza notevole rispetto alle abilità professionali richieste dalle attività economiche. Ci sarò quindi una gara fra le aziende per accaparrarsi i migliori con offerte retributive sempre maggiori.