(Federico Dal Cortivo) Ennesimo vertice sulla “sicurezza” in Prefettura a Verona dove le istituzioni si sono ritrovate a fine ferie. Il prefetto Martino ha dato il via alle danze “annunciando lo stop a fine mese alle fantomatiche zone rosse  della stazione di Porta Nuova e Piazza Pradaval“. Un fallimento su tutta la linea…Il degrado e la deriva criminale in città sono oramai ovunque, tanto che anche  Confcommercio  e Federalberghi si sono destati e hanno chiesto interventi concreti di contrasto sul territorio, che comprende tutta la città e non solo il centro storico.

IMMIGRATI

Se ne sono accorte anche le associazioni di categoria che a Verona manca sicurezza

Le due associazioni di categoria vorrebbero proporre un servizio di vigilanza privata. Dal Comune era arrivata la flebile voce dell’Assessore Zivelonghi che c’informava che per il centro storico ”c’e coordinamento costante con la questura per il tema dei reati in sé e per sé e su questo si stanno studiando azioni comuni … E cosa ancora più significativa: praticamente nessuno ha la connessione della telecamera con la centrale operativa della questura. Questo potrebbe essere un sistema assolutamente efficace di ulteriore contrasto”. 

Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere di fronte a tanta pochezza. La solita aria fritta con la stanca proposta delle telecamere, del tutto inefficaci contro clandestini e balordi senza fissa dimora. Intanto il sindaco, che si è sempre disinteressato al problema capendo ben poco del tema della sicurezza, ha dichiarato soddisfazione per i risultati fin qui conseguiti  nel contrasto alla criminalità.  Peccato che viva nel suo mondo, avulso dalla realtà, tra  adozioni arcobaleno, calcio, prime dell’Arena e qualche camminata per certe zone di Verona di sera. Ma ricapitoliamo. 

1- I vari tavoli fin qui istituiti in Prefettura non hanno sortito alcun effetto se non quello di accendere i riflettori  per qualche ora su coloro che senza convinzione dovrebbero garantire la nostra sicurezza: Prefetto, Questore, Comandante dei CC, Comandante PL e Assessore alla sicurezza. Qualche promessa, un po’ di scena e poi tutti a casa.

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2- Vigilanza privata. La sicurezza dev’essere garantita dallo Stato non da ronde private che lasciano il tempo che trovano visto che non hanno poteri di polizia. Le proposte delle associazioni di categoria vanno rispedite al mittente. Che invece chiedano conto ai vertici istituzionali di quello che fanno o meglio non fanno, vertici pagati profumatamente ogni mese dal contribuente, indicando nomi e cognomi.

3- Di zone rosse e operazioni ad alto impatto si è parlato tanto ultimamente. Risultato: la microcriminalità straniera è aumentata; i balordi che bivaccano per le strade pure; le zone a rischio idem e non si vede l’ombra della presenza dello Stato se non per sporadici interventi che lasciano il tempo che trovano.

E intanto nei Pronto Soccorso arrivano dopo accoltellamenti, risse, pestaggi ecc. Accompagnati spesso dalle forze dell’ordine, questi hanno priorità, costringendo i cittadini veronesi ad estenuanti attese di ore. E come se non bastasse, spesso si abbandonano ad atti di teppismo verso medici e infermieri e poi, se ricoverati, scappano dai reparti alla prima occasione.

4 A monte di tutto questo vi è la totale latitanza della politica. Gli italiani di Verona sono costretti ad assistere a sterili polemiche tra i nulla contrapposti del centro destra e del centro sinistra. Chi incolpa chi di tutto,  con la speranza di raccattare qualche voto in più. Se la mala amministrazione del centro sinistra in città ha tante colpe e i vertici istituzionali sono stati fino ad oggi inetti su tutta la linea, è pur vero che il centrodestra è al governo. Perché non ha mai chiesto conto ai Prefetti o il cambio dei vertici delle forze dell’ordine o modifiche legislative?

Bisogna cambiare le regole d’ingaggio delle forze di polizia togliendo lacci e lacciuoli nelle azioni di contrasto quando vengono aggredite. Spesso sono disarmate psicologicamente e inabilitate all‘uso delle armi. Bisogna poi modificare le leggi in senso restrittivo, innalzare i minimi di pena così da spedire in galera chi oggi, anche dopo una condanna a un anno, non mette il piede in carcere. Pene certe, non effimere, che ridicolizzano lo Stato e chi dovrebbe difenderci. Infine, ma non meno importante, la chiusura delle frontiere. Si usi la Marina Militare per difendere i nostri confini e non si esisti ad espellere chi entra clandestinamente. Il resto è fuffa.

Ridare sicurezza a Verona non è impossibile. Ma non significa solo utilizzare sapientemente gli  organici delle forze di polizia che come numero non sono secondi a nessuno in Europa. Anche la magistratura deve fare la sua parte. Troppo spesso le azioni compiute sul territorio dalle forze di polizia vengono vanificate da scarcerazioni facili, che mettono in dubbio la reale funzione di certa magistratura con la sua interpretazione buonista – forse anche oltre la legge – ma sicuramente destabilizzante, che permette a tanti criminali stranieri di uscire in fretta dal carcere o spesso nemmeno di entrarci. La legge va applicata senza sconti, con fermezza. E i giudici devono tutelare gli interessi della collettività nazionale.

poliziotto quartioere 1

Un’indagine pubblicata sull’organo ufficiale del Sindacato  Autonomo Polizia Penitenziaria,”La  percezione della sicurezza e del degrado a livello nazionale” rileva come la gente ritenga in crescita la criminalità giovanile. Il 52,5% pensa che baby gang e teppismo siano aumentati, un dato particolarmente allarmante poiché rappresenta una maggioranza assoluta. Un terzo dei cittadini ravvisa un incremento dell’accattonaggio, e un 31,8% che ritiene il fenomeno stabile. La combinazione di queste due risposte indica che quasi due terzi dei cittadini osservano una presenza costante o crescente di persone che chiedono l’elemosina. Per quanto riguarda i senza fissa dimora il 26,3% nota un incremento, mentre il 34,4% indica una situazione stabile.

Questi infine i dati aggiornati  al 28 febbraio 2025 delle prime 10 nazionalità di detenuti forniti dal Garante dei Diritti dei Detenuti.
Al primo posto il Marocco 4.149, seguito da Tunisia 2.154, Romania 2.099, Albania 1.922, Nigeria 1.115, Egitto 894, Senegal 502, Algeria 470, Gambia 402, Pakistan 345, seguiti da altre 135 nazionalità  per 5.425 soggetti. Il tutto per un totale di 19.643 detenuti.

Un’invasione non pacifica che sta destabilizzando il tessuto sociale e la sua coesione, e che prosciuga enormi risorse dello Stato che dovrebbero andare a beneficio dei cittadini onesti. La distruzione sistematica dello Stato sociale costruito dagli italiani per gli italiani passa anche da tutto questo.