Non finisce qui la vicenda dello studentato di via Sacchi. Il Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica rispondendo ad un interpello fatto da uno dei residenti del quartiere smentisce la vice-sindaco e assessore all’Urbanistica.

Barbara Bissoli infatti, nel sostenere la legittimità della decisione dell’amministrazione comunale di edificare uno studentato nell’area verde di via Sacchi, al confine tra il quartiere di Ponte Crencano e Pindemonte, si era richiamata al concetto di “brownfield” che, secondo lei, si adatterebbe all’area verde in questione.

In sostanza la vice-sindaco, per giustificare la costruzione dell’immobile, asserisce che si fonda sul fatto che quell’area sarebbe “brownfield” ovvero, afferma Barbara Bissoli, «già manomessa dall’uomo con una cava di materiale, motivo della depressione dell’area, e con una serie di manufatti, una rampa di discesa e altri manufatti in cemento che hanno alterato l’aspetto naturalistico di quest’area, per cui non si può chiamare tutto consumo di suolo: in questo caso non è consumo di suolo tecnicamente».

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Ma il Ministero è di altro parere

Ma non è questa la definizione di “brownfield” che dà il Ministero che nella risposta all’interpello scrive testualmente:

“In riferimento a quanto da lei richiesto circa la determinazione di un terreno quale Brownfield, rifacendoci alle definizioni riportate nel DM 481/2024 e successivamente approfondite anche nella fase di attività istruttoria dei vari interventi proposti, si può stabilire che per essere considerato tale il terreno debba essere caratterizzato da una trasformazione derivante da un’attività antropica che ne abbia modificato sostanzialmente le caratteristiche originarie di terreno prettamente agricolo.

A tal fine possono essere ritenuti Brownfield terreni impermeabilizzati (aree a parcheggio, piazzali ecc), o terreni che, pur essendo apparentemente privi di attività edilizia nel soprassuolo, sono nella realtà urbanizzati, ossia dotati di tutte le opere di urbanizzazioni primarie (rete fognaria, rete idrica, luce, gas ecc….) già realizzate alle quali allacciarsi direttamente.

Sono tali, in pratica, tutte quelle porzioni di terreno perimetrate dal piano regolatore comunale come edificabili, in cui siano realizzabili edifici attraverso un intervento “edilizio diretto” e in cui, pertanto, l’attività antropica è già avvenuta attraverso la preliminare realizzazione delle opere di urbanizzazione.

Per quanto sopra specificato e descritto si ritiene che i casi da lei presi in considerazione, presenza di rampa di accesso per accesso ad un terreno e presunta attività adiacente ad un torrente per il prelievo di ghiaia (la presenza di un torrente, tra l’altro, determinerebbe un’area di rispetto all’edificazione), non possano in alcun modo caratterizzare un terreno quale Brownfiel in quanto privo di tutte quelle opere di urbanizzazione come descritte”.

La risposta del MUR è destinata a riaccendere la polemica fra l’amministrazione Tommasi e gli abitanti della zona che sono contrari alla costruzione dello studentatato. La vice-sindaco, intervenendo ad un’assemblea nel quartiere, aveva sostenuto che non c’erano motivi di sospendere il progetto. Ma le cose non sembrano stare propriamente così.

Appena appreso il parere del Ministero il capogruppo di FdI al Consoiglio comunale di Verona, Massimo Mariotti, ha annunciato che presenterà un’interrogazione in merito al Sindaco.