Nella cornice di Villa Rizzardi e del suo Giardino Pojega si è svolta ieri pomeriggio, la tavola rotonda Le Vie dell’Acqua, promossa da Acque Veronesi, gestore idrico in 77 Comuni della provincia scaligera. L’incontro ha riunito figure di primo piano del settore idrico e delle istituzioni, con l’obiettivo di affrontare i temi della gestione sostenibile dell’acqua e delle sfide legate ai cambiamenti climatici.

Ad aprire i lavori, il presidente di Acque Veronesi Roberto Mantovanelli, che ha sottolineato come «il futuro dell’acqua, da sempre legato alla storia dell’umanità, sia fatto di continui adattamenti ai mutamenti climatici. La tecnologia, gli investimenti e le scelte politiche sono strumenti fondamentali per garantire sicurezza e sostenibilità nel tempo».

Accanto a lui, il presidente di ANBI VenetoAlex Vantini, ha rimarcato l’importanza del ruolo dell’agricoltura e dei consorzi di bonifica, spesso percepiti come grandi consumatori, ma in realtà impegnati a restituire l’acqua al ciclo naturale e a tutelare il territorio: «Il Veneto ha sempre avuto abbondanza d’acqua, ma non possiamo dare per scontato che sarà sempre così. Serve lavorare insieme per preservarla».

L’Europa e il ruolo dei gestori

Il dibattito si è arricchito con gli interventi del Segretario Generale di Aqua Publica EuropeMilo Fiasconaro, in collegamento al Direttore Generale di UtilitaliaAnnamaria Barrile, e al Direttore Generale di Acque Veronesi, Diego Macchiella. Mantovanelli ha ribadito la centralità del contesto europeo: «Le principali normative sul servizio idrico nascono a Bruxelles. È essenziale essere presenti e fare squadra, portando avanti gli interessi dei cittadini con una corretta attività di rappresentanza».

Ricerca e innovazione al servizio del territorio

Un contributo significativo è arrivato anche dal mondo accademico, con il professor David Bolzonella, ordinario di Impianti Chimici all’Università di Verona, che ha evidenziato la sfida tra obiettivi ambientali e sostenibilità economica: «Le direttive europee spingono verso acque sempre più pulite e la riduzione delle emissioni. Si tratta di obiettivi ambiziosi, a volte contrastanti, che richiedono ricerca, innovazione e collaborazione tra università e gestori per garantire alte prestazioni a costi sostenibili».

Il docente ha inoltre richiamato l’attenzione sul recupero di risorse preziose dagli impianti di depurazione, come il fosforo, da destinare all’agricoltura in un’ottica di economia circolare.

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Il confronto ha messo in luce un concetto condiviso da tutti i relatori: l’acqua non è solo una risorsa, ma un bene comune da tutelare attraverso un “patto civico” tra gestori, istituzioni, mondo agricolo e cittadini. «La sostenibilità – ha concluso Mantovanelli – significa assumersi la responsabilità di garantire oggi le scelte necessarie per il futuro del servizio idrico nel nostro territorio».