(Paolo Danieli) Chi è il nemico principale? In politica, come in guerra, la sua definizione è essenziale. Vogliamo pensarci su un attimo? O continuiamo a prendercela con chi di volta in volta ci viene additato come nemico? Perché di nemici ce ne sono stati presentati tanti. Il fascismo, per esempio. Finito nel 1945, ma riesumato ogni volta che fa comodo. O il comunismo, morto nel 1989, ma a tutt’oggi agitato come se fosse ancora una minaccia.

Il nemico artificiale

Nella galleria dei nemici ce n’è per tutti i gusti. Da Gheddafi a Saddam Hussein; da Bin Laden a Fidel Castro. E poi l’Ayatollah Komeini, Heider, Assad, Kim Jong-un, Hezbollah, l’Isis, i no-vax, Putin, Horban, i sovranisti, l’Iran, gli integralisti di ogni religione, l’AFD, i suprematisti bianchi, i populiisti, gli anti-sionisti, Hamas. E chi più ne ha più ne metta.
Tutti nemici al bisogno. Poi, passato il momento, non se ne parla più.

Oppure, miracolosamente, diventano amici. 
Ricordate l’Afghanistan? Prima i mujaidin, tra il1979 e il 1989, quando combattevano l’occupazione sovietica erano ‘amici’. Ma poi quando si misero a combattere quella occidentale divennero ‘nemici’. Idem Saddam Hussein. Quando combatteva l’Iran era un ‘amico’. Poi quando non serviva più è diventato ‘nemico’, tanto da scatenargli contro una guerra e farlo fuori.

Divide ed impera

Questo tipo di nemico è strumentale, non reale. Propagandistico, funzionale alla politica del divide et impera, di cui furono maestri gli antichi romani che la utilizzarono per dominare il mondo. Alimentavano divisioni e rivalità fra i popoli che volevano tener sottomessi. Facevano in modo che sprecassero energie per combattersi l’un l’altro, dimenticando che il nemico erano i Romani che così potevano continuare a dominarli. 

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Una tecnica che ha sempre funzionato. E funziona ancora.

Destra e sinistra categorie obsolete

Oggi gli schieramenti politici si continuano a dividere in ‘destra’ e ‘sinistra’. Due categorie obsolete, nate nel 1789 con la rivoluzione francese e superate dagli eventi. Una contrapposizione che è esattamente l’applicazione del divide ed impera ai giorni nostri. Mentre ‘destra’ e ‘sinistra’ si schierano l’una contro l’altra, il potere ha gioco facile per continuare a fare i propri interessi sulla pelle dei popoli.

Già nel secolo scorso queste categorie si erano rivelate inadeguate a rappresentare la realtà politica. Lo aveva messo in evidenza fin dagli anni ’70 Alain de Benoist, il più grande filosofo della destra (in senso di provenienza) vivente. Con una visione della storia profonda aveva già alla proclamato il superamento di questi due paradigmi. Oggi, a distanza di mezzo secolo i fatti gli stanno dando ragione. Anche se molti ancora faticano a comprendere la mutata realtà.

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Alain de Benoist

Il neo-fascismo a destra. Ma il fascismo non era di destra

Nel dopoguerra, caduti i fascismi, i movimenti neo-fascisti vennero collocati a ‘destra’. Ciò rispondeva all’esigenza del sistema liberal-capitalista di ‘arruolarli’ nella guerra fredda contro la ‘sinistra’ di cui il blocco comunista era il principale riferimento politico. Tale collocazione venne accettata automaticamente dagli stessi neo-fascisti, anche se il fascismo cui si richiamano non era mai stato un movimento di ‘destra’ né mai s’era definito come tale. Mussolini era socialista. Tuttavia per una semplificazione che rispondeva alle esigenze dell’epoca i partiti neo-fascisti accettarono di buon grado di adattarsi a queste categorie nella dialettica politica della contrapposizione al comunismo ed al blocco che faceva capo all’Unione Sovietica.

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La contestazione dei paradigmi ‘destra/sinistra’ avveniva solo a livello culturale, dov’era più facile percepirne l’inadeguatezza fin da allora. In particolare, o forse esclusivamente, negli ambienti intellettuali neo-fascisti. Ma a livello di base e del parlare corrente essi rimanevano utili se non altro per semplicità di comunicazione.

Poi cadde il muro di Berlino. E dopo il 1989 fu tutta un’altra storia. 

Verso il Grande Fratello

Con la globalizzazione diventava sempre più chiaro come il sistema sia in mano a pochi che hanno in mano gran parte della ricchezza del pianeta. Questi lo gestiscono esclusivamente in funzione dei loro interessi e lucrano sulla pelle dei popoli. Il controllo della vita di tutti noi attraverso i dati web e l’informatizzazione, lo svuotamento della sovranità degli stati in favore di organizzazioni internazionali, l’immigrazione e la diffusione di modelli culturali artificiali e incompatibili con la nostra civiltà ne sono solo gli esempi più evidenti.

Ma mentre tutto questo avviene, i popoli si continuano a dividere in ‘destra’ e ‘sinistra’ invece di combattere uniti contro i veri poteri che stanno realizzando quello che Gerorge Orwell aveva profetizzato, con il solo errore di averlo anticipato al 1984.

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E che queste categorie politiche abbiano perso gran parte del loro significato è sotto gli occhi di tutti.
Che destra è quella che non difende la sovranità delegando il potere alla Commissione Europea che nessuno ha mai eletto? Che destra è quella che non riesce a difendere i confini dall’invasione degli immigrati? Che destra è quella che non è capace di dare sicurezza ai cittadini?

E che sinistra è quella che anziché difendere gli interessi dei lavoratori fa quelli dell’alta finanza? Che sinistra è quella che favorisce l’entrata nel paese di una mano d’opera di ricambio che impedisce da decenni l’adeguamento dei salari al costo della vita? Che sinistra è quella che ha sostituito la difesa dei diritti della classe operaia con quelli della falsa cultura LGBT?

Non più destra/sinistra ma sopra/sotto

E’ ormai assodato che questi due paradigmi non rappresentano più le reali esigenze dei popoli. E’ quindi necessario fare un salto di qualità, capire che il mondo è cambiato e che se continuiamo a ragionare secondo schemi che non esistono più faremo la fine del criceto che continua a correre nella sua gabbia ma rimane sempre al punto di partenza. 

E’ ora di capire chi è il nemico principale, senza farsi più abbindolare da quello che di volta in volta il potere ti fa dondola davanti al naso.

E’ giunto il momento di cambiare e di cominciare a ragionare in altri termini. Non più destra/sinistra. Semmai sopra/sotto. Intendendo per ‘sopra’ le oligarchie, il mainstream, i poteri che decidono sulla nostra pelle e ‘sotto’ i popoli che sono dominati e che devono tornare ad essere padroni del futuro loro e dei loro figli.