Tommasi annuncia la sua ricandidatura a sindaco nel 2027, quando concluderà il suo mandato. Le reazioni del mondo politico veronese non si sono fatte attendere. Nel centrodestra alcuni leggono la sua intenzione come un dono per la coalizione, sicuri che il malcontento legato alla sua amministrazione sia condizione sufficiente per un cambio a Palazzo Barbieri.

Alberto Bozza, consigliere regionale di FI: “ c’è uno stacco netto tra la percezione che ha di sé e della sua amministrazione il Sindaco Tommasi e ciò che vivono i cittadini veronesi ogni giorno, cittadini alle prese drammaticamente con una città insicura, caotica, sporca e degradata. Sembra che Tommasi viva fuori dalla realtà. Da parte sua non c’è una volontà e capacità di ascolto, del resto in tanti segnalano l’assenza del Sindaco in centro e nei quartieri”.
E riguardo ai disagi legati ai cantieri sparsi in città Bozza continua: “È vero che le opere bisogna farle, del resto sono opere che risalgono a scelte fatte e soldi messi da chi lo ha preceduto, ma i cantieri si sarebbero dovuti gestire diversamente, in modo meno impattante. Sulla viabilità poi questa amministrazione si sta distinguendo per la guerra ai mezzi privati, quindi alle auto, tra pedonalizzazioni eccessive, Ztl h24, piani della sosta e della mobilità con una forte componente ideologica e quasi punitiva. Senza peraltro offrire servizi alternativi, Conseguenza? Caos totale in termini di viabilità”.

Interviene anche Marco Padovani, deputato di FdI: “Tommasi, la sua ricandidatura è un passo indietro per Verona” che “è stata governata senza visione e senza coraggio, e ne sta pagando le conseguenze”.
“La cosiddetta “strada di gronda”, utile forse negli anni ’80, oggi non risolve i problemi del traffico nei quartieri di Golosine e Santa Lucia, ma al contrario rischia di devastare aree verdi preziose, senza che sia stato realizzato alcuno studio serio sull’impatto viabilistico. Nel frattempo sono stati tolti oltre 50 milioni di euro al progetto del traforo, un’opera davvero essenziale per la viabilità e lo sviluppo della città.
Sul fronte della gestione dei rifiuti, AMIA è al collasso. Gli esperimenti condotti nelle zone di Verona Est parlano chiaro: il porta a porta e i cassonetti “intelligenti” non hanno dato i risultati sperati e rischiano di trascinare l’intero sistema cittadino nel caos.
E che dire dello stadio? Dopo anni di discussioni, raccolte firme e proclami, non si è vista una sola decisione chiara da parte dell’amministrazione. Solo incertezze e rinvii.
Ma il tema più grave resta quello della sicurezza. Con Tommasi a Verona siamo tornati indietro di decenni: oggi in città ricompaiono i lavavetri ai semafori, simbolo di degrado e di mancata attenzione al decoro urbano. È mai possibile che il sindaco non riesca a far rispettare nemmeno le regole più elementari, lasciando che i cittadini siano costretti a subire queste situazioni ogni giorno?”
