(g.d.) Non c’è stato un gran feeling negli ultimi anni fra noi e i francesi. Il loro atteggiamento nei nostri confronti è sempre stato improntato a una certa superiorità. La grandeur, si dice, fa parte del loro bagaglio storico. D’altra parte loro erano uno sto unitario quando la penisola era divisa in molto staterelli. Loro hanno avuto Napoleone, noi no. Anche se a dire il vero era italiano, perché la Corsica geograficamente fa parte dell’Italia più che della Francia.

Hanno avuto un enorme impero coloniale di cui godono ancora i frutti. E poi hanno vinto la 2ª guerra mondiale. Oddio, vinta. A dire il vero sono stati liberati dagli anglo americani. Il generale De Gaulle ha diretto la resistenza dall’Inghilterra. Ma formalmente sono fra i vincitori. Perciò siedono nel Consiglio di sicurezza dell’Onu come membri permanenti ed hanno la bomba atomica. E, soprattutto, in Europa continuano a farla da padroni. Ultimamente ci sono stati degli screzi. Cose che tra parenti succedono.
Piccola rivincita sui cugini francesi
Adesso però la Cgia di Mestre ci dà una notizia che ci conforta nel confronto con i cugini. Non siamo più noi i più tartassati dal fisco, ma loro, con una pressione fiscale del 45,2% del Pil. Da noi le tasse pesano ‘solo’ per il 42,6%.
Ma anche per crescita del Pil pro capite, consumi e investimenti, l’Italia quest’anno supera la Francia. Poi abbiamo il 2% di disoccupati in meno; 33 milioni di dollari in più di esportazioni; uno spread ai minimi storici ed una stabilità politica maggiore. Una piccola rivincita. Anche se da noi i problemi non mancano.
